Un gitano sedentario
- Autore: Alberto Granado
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
“Ti aspetto, gitano sedentario, quando l’odore della polvere da sparo si dissiperà.”
Il titolo Un gitano sedentario deriva da uno dei soprannomi che Ernesto Guevara de la Serna aveva attribuito al suo amico Alberto Granado, autore di questo libro (Sperling & Kupfer, tradizione P. Cacucci). Nel sottotitolo, che recita: “L’autobiografia del ragazzo che viaggiò in moto con Che Guevara e lo seguì nella Cuba della Rivoluzione”, c’è molto di ciò che troviamo tra le pagine del volume, anche se il viaggio avventuroso in giro per il Sud America tra Cile, Argentina, Perù, Colombia e Venezuela, su una vecchia moto, durato dall’inizio di gennaio al 26 luglio del 1952, resta sullo sfondo. Il viaggio è stato raccontato molto bene altrove, ad esempio in un documentario — In viaggio con Che Guevara — di Gianni Minà, che qui cura la Prefazione, e in un film di Walter Salles intitolato I diari della motocicletta. Ma chi è Alberto Granado?
È uno scienziato specializzato in biochimica e farmaceutica, ma anche uno scrittore, intellettuale e attivista politico argentino, che ha vissuto molti anni a Cuba, dove è scomparso nel 2011, a 88 anni. Nel libro troviamo molto della sua vita, sia pubblica che privata:
“Dai drammatici momenti vissuti a fianco del Che, alle grottesche notizie di parte dell’informazione nordamenicana che tentava di trasformare un banale incidente nel maneggiare una pistola come un tentativo di suicidio del suo amico Ernesto.”
Ma c’è molto di più, naturalmente: la fondazione della Scuola di medicina a Santiago di Cuba, tanti episodi degli anni della Rivoluzione, i contrasti e le relazioni culturali con numerosi Paesi, la politica internazionale, l’embargo, i viaggi in giro per il mondo e anche in Italia, la questione nucleare, i rapporti con il Papa, i grandi ideali per cui vivere, partecipare e agire. E poi compaiono quasi casualmente ricordi sul filo della nostalgia, i momenti di vita vissuta con il Che e con Fidel Castro e con i rispettivi familiari:
“Fin qui, gli eventi che ho descritto corrispondono al passare degli anni e alle attività svolte. Questo non significa che si tratti di una vera e propria autobiografia, bensì di un’interpretazione critica -a volte appassionata, per quanto cerchi di essere obiettivo- dello sviluppo dell’unica rivoluzione socialista realizzata nel nostro emisfero.”
È proprio un’autobiografia appassionata e ironica, ma è anche la cronaca di un lungo periodo raccontato da un punto di vista unico e privilegiato, integrato da una serie di preziose fotografie, che non corrispondono a quelle che si trovano solitamente nei luoghi ove si parla di questi argomenti.
Un gitano sedentario
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