Un’ora d’aria di Marcello Veneziani

“La vita s’allunga il tempo s’accorcia. Non resta che la brevità per narrare agli impazienti la vita, la morte, i sogni, il comico e il tragico, tutte storie di succinta eternità. È incluso nel testo anche un viaggio metafisico, bevande escluse.”

Sono le parole con le quali Marcello Veneziani ci invita alla lettura del suo ultimo lavoro, un piccolo volume molto originale di sessanta racconti, un minuto di tempo per ognuno, raccolti insieme in un’ora di aria. Marcello Veneziani, scrittore e giornalista, fondatore e direttore di importanti riviste, considerato uno dei più autorevoli intellettuali di destra, ha scritto diversi saggi e romanzi filosofici con i quali ha vinto numerosi premi letterari. Tra alcuni dei suoi libri che ho letto vorrei ricordare Il segreto del viandante del 2003, che mi piacque molto per le nostalgie di un uomo di pensiero e contemporaneo qual è; ricordi, pensieri e libri così ben descritti, narrati e che molto mi appartenevano.

Un’ora d’aria (Avagliano, 2015) è una raccolta di brevi racconti che vogliono rappresentare, per volontà dell’autore, una lettura evasiva dal comune quotidiano, un nostro momento di pausa racchiuso in quell’ora che ci concediamo nell’essere liberi da ogni attività, nella pura ricerca della nostra fantasia e della nostra libertà: quella di lettori. Il volume è impreziosito dalle tavole illustrative, in bianco e nero, curate da Dalmazio Frau, noto storico d’arte e illustratore professionista, che accompagnano i temi narrati, dall’amore alla tristezza, dalla gioia all’ironia. Anche la copertina è una sua illustrazione, con un orologio in ricordo di Salvador Dalí e della relatività del tempo, e l’uomo con la bombetta, un omaggio a Magritte. Una narrazione fuori dagli schemi, dalla creatività giocosa e colorata e dai toni lievi ed intimistici che ci accompagna in un fantastico viaggio immaginario. Situazioni al contrario, personaggi dai nomi inconsueti, un gioco di parole e di fatti che hanno divertito l’autore, si respira la sua aria di festa, e che intrattengono affabilmente chi legge.

La Doppia vita è il racconto d’apertura che narra di Adelina e della fretta che aveva di entrare e uscire dai suoi molteplici sogni notturni, da quelli spaventosi a quelli passionali. Dopo tante energie consumate nell’alternanza delle situazioni oniriche, la mattina Adelina si svegliava stanca e spossata e nel giorno, che lentamente scorreva, traeva forze per affrontare la notte. Il versivendolo è l’uomo elegante e colto che vendeva le rime, seduto al tavolino di un caffè.

“Spacciava poesie come farmaci … ascoltava il paziente che gli esponeva il suo malessere, poi gli prescriveva su un taccuino dai quattro ai nove versi … le sue terapie poetiche erano più efficaci dei farmaci e delle cure mediche. Perché il corpo, diceva lui, è una periferia dell’anima e bisogna andare al centro per curare i mali della periferia.“

Diomissioni, invece, narra di Dio e della sua decisione di lasciare il mondo allo sfacelo, al libero arbitrio voluto dagli uomini. La notizia delle sue dimissioni dimostrerà che Lui non è morto, come si pensava, bensì è solo deluso della lotta contro di Lui e delle guerre di religioni. Ed infine Oblio, che racconta di un uomo cieco e smemorato al quale piaceva narrare brevissimi racconti, perché non riusciva a ricordare.

“La sua autonomia non superava il minuto anche se di ogni racconto breve gli balenava in testa un libro intero … e allora lo concentrava in una compressa e lo spacciava in dosi minime. Passò per un mito ma era solo un cieco, passò per un inventore ma era solo un scordatore.”

Gli furono resi onori come inventore del minutismo, ma tutto durò un solo minuto e poi venne dimenticato per l’eternità.

Un’ora d’aria è una piacevolissima lettura, lieve e ironica, spirituale e a tratti surreale. Un’ora d’aria davvero, nel quale il lettore si perde nelle magiche atmosfere, un po’ rarefatte dei sessanta racconti, nei quali i minuti che scorrono hanno il ruolo importante e fondamentale del tempo che passa.