Un ottimista in America (1959-1960)
- Autore: Italo Calvino
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
America America: terra di frontiera, fascino, speranze per milioni di persone; sogno e icona di ogni generazione; mito immortalato nel cinema, nell’arte e – ovvio - nella letteratura. Tutto questo narrato e riflesso nel ricco, intrigante reportage di Italo Calvino del suo soggiorno negli Stati Uniti e in modo particolare a New York, tra il novembre 1959 ed il maggio 1960.
Mentre l’Italia si avviava lungo la strada dello sviluppo industriale e della modernità – iniziano gli anni del boom economico -, l’America mostrava da un pezzo tutta la sua
opulenza, la sua vitalità produttiva, le sue forti e violente contraddizioni, la varietà, il brio, il caotico e frenetico stile di vita del suo popolo.
Dopo un lungo viaggio in nave, l’autore di Marcovaldo arriva nella capitale del mondo, New York, per poi spostarsi via via altre grandi e piccole città, annotando sensazioni e impressioni su costumi, aneddoti, bizzarrie, curiosità.
Il pullulare delle enormi e coloratissime auto, i tipici barconi a quattro ruote che abbiamo visto decine di volte nei film. Le tensioni - mai in verità terminate - tra neri e bianchi. A questo proposito, Calvino utilizza spesso il termine "negro", anziché l’attuale e politically correct "nero" o "di colore": siamo ancora negli anni Sessanta, e quindi soltanto agli albori delle prime campagne di lotta antirazziste diventate, per fortuna, patrimonio comune della nostra cultura contemporanea.
Da buon italiano, Calvino non risparmia giudizi e sensazioni sulle donne americane: si scopre una New York piena di ragazze single ed emancipate, mentre nelle piccole cittadine le giovani sono quasi tutte maritate. Sul tema donne più volte viene richiamata la testimonianza di un non meglio identificato Giovanni B., connazionale residente laggiù da tempo e, a quanto si intuisce, ferrato sull’argomento.
Grande senso pratico degli americani, poi, che li porta a demolire case considerate vecchie dopo dieci anni, e a ricostruirne delle nuove, modificando spesso il profilo urbanistico dei quartieri.
Il fenomeno inflazionato dei ghost writers, i libri che si vendono nei supermercati o nelle stazioni di benzina. Il dilagante e compulsivo consumismo della tipica famiglia media. Le considerazioni storiche, politiche, sociologiche dell’autore su alcuni quartieri della Grande Mela.
Insomma, se ne leggono davvero tante su questo bel saggio: dall’aneddoto all’apparenza più banale fino alla riflessione acuta da intellettuale, Calvino presenta un quadro d’insieme complesso, vivo, stimolante, multiforme, unico, sull’America dei primi mesi degli anni Sessanta.
Il suo è il diario di viaggio in un paese disincantato, brillante resoconto di un mondo già - e come sempre - all’avanguardia, nel bene e nel male, a proposito di mode, usanze, conflitti sociali, stili, miserie e problemi politici ed economici, destinati nei decenni successivi a passare al di qua dell’Atlantico.
Se non potete dunque andare in America, viaggiate con l’immaginazione volando a ritroso nel tempo sulle ali di Un ottimista in America (1959-1960), album di impressioni, emozioni e memorie d’autore.
Un ottimista in America (1959-1960)
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