Un semplice gesto di tenerezza di Akli Tadjer

A Parigi, la trentenne Adèle Reverdy timida e dagli scialbi capelli biondi possedeva un’agenzia di onoranze funebri ereditata dal padre.

“Molto in voga in questi ultimi anni la cremazione”.

Entrambi i genitori erano morti alcuni anni prima in un incidente stradale. La ragazza viveva in rue du Chemin-Vert “a venti minuti a piedi dal negozio” in un trilocale con cucina abitabile e vista su un cortile alberato, dove si sentiva “il cinguettio dei passeri”. Adèle divideva l’appartamento con la sua amica del cuore, la bella Leila, alta, magra e con una massa di riccioli scuri. La sua coinquilina esercitava un mestiere particolare e inquietante: la tanatoprattrice, “restituisce ai defunti la loro dignità prima che lasciassero definitivamente la comunità dei vivi”.
La famiglia di Leila di religione musulmana le aveva ordinato di rinunciare a questo lavoro, perché contrario alle leggi dell’Islam. Leila aveva risposto con forza e decisione di no, anche perché la donna era molto richiesta nel suo lavoro.

“Con lei i morti hanno un’aria così viva che sembrano resuscitati”.

La sorella maggiore di Adèle, Rose, un’affascinante medico, dai lunghi capelli rossi, le aveva organizzato, in occasione del suo trentesimo compleanno una festa su di una chiatta ormeggiata al quai de la Loire, sul canale dell’Ourcq. Secondo Rose “Io non dovrò fare altro che divertirmi e cercare di trovarmi un fidanzato”.

Fin da bambina Adèle aveva sofferto per la bellezza della sorella, lei aveva ereditato la carnagione spenta del padre, il suo naso lungo e le labbra sottili.

“Invidiavo mia sorella con tutte le forze. Lei era tutto quello che sognavo di essere e non sarei mai stata”.

Adèle aveva un immenso bisogno di amore e tenerezza, avrebbe voluto condividere la sua vita con qualcuno a lei affine.

“Sogno una vita normale con un uomo normale per fare cose normali”.

Con questi sentimenti contrastanti si era recata alla sua festa. Al party in suo onore Adèle aveva conosciuto un uomo particolare e fuori dal comune, “un bel giovane con gli occhiali scuri, neri come la sua pelle” con un bastone bianco. Quando Adèle e Leo si erano presentati, il sorriso dell’uomo era stato come un sole che aveva attraversato il cuore della romantica Adèle. Leo era diventato cieco quasi del tutto in seguito a un incidente. Fra Leo e Adèle era scattata subito una forte attrazione. Accanto a lui la ragazza si sentiva sicura e serena e il suo cuore “batteva all’impazzata”.
In una Parigi sempre charmante e sfavillante due anime spezzate si erano incontrate e riconosciute, il loro amor fou sarebbe riuscito a trionfare su tutto?

Akli Tadjer in una recente intervista ha dichiarato che per rendere credibile la professione esercitata da Leila ha incontrato una giovane donna che faceva la tanatoprattrice: “Mi ha illuminato sul suo lavoro” e ha aggiunto che “Les Thermes du Paradis”, successo del passaparola in Francia, è anche un romanzo “sulla dittatura estetica, che mostra come si deve corrispondere agli standard di bellezza per tirare avanti”.

In Un semplice gesto di tenerezza, lo scrittore e sceneggiatore franco-tunisino, con una scrittura fluida e vivace e con un perfetto equilibrio di umorismo e serietà, narra una storia piena di buoni sentimenti e tenerezza. È facile identificarsi nei personaggi da lui descritti. Adèle, giovane donna insicura e piena di complessi, tenta di tacitare le sue nevrosi mangiando ma sarà l’arrivo inaspettato dell’amore a renderla più forte. Tutti i protagonisti sono alla ricerca della felicità, tra loro incuriosisce Leo e la sua disabilità. Egli apprende il mondo che lo circonda con il tatto e l’udito andando oltre le apparenze, guardando in profondità, perché ciò che è essenziale spesso è invisibile agli occhi.

“Non bisogna avere paura della felicità, è soltanto un bel momento da trascorrere”. Romain Gary