Una famiglia quasi perfetta di Antonio Agosta

Una famiglia quasi perfetta (Chiado Books, 2018) di Antonio Agosta, giornalista, sceneggiatore, scrittore da sempre, racchiude tutte le difficoltà di una famiglia normale, che di fatto di normale non ha nulla. Raccontato in prima persona in forma di diario da Riccardo, il protagonista, ha delle coordinate storiche-geografiche che ci accompagnano nella Roma degli ultimi due anni attraverso il terremoto di Amatrice, la sconfitta politica di Matteo Renzi al Referendum Costituzionale, la guerra in Siria.
La famiglia in questione è composta da Alfredo, il padre, occhi azzurri, capelli rossi, fisico grassottello, cinquantenne bisex separato per questa ragione da Luana, la madre, insegnante di religione, tacchi alti e decolté da sballo, Rossella, la sorella, bella, bionda, occhi verdi, Stefano, il nuovo compagno di Luana, alto, palestrato, eternamente abbronzato e infine Riccardo, il nostro narratore, giovane ventiseienne con la visione del mondo da quarantenne, studente di medicina.

A questo nucleo famigliare allargato si aggiungono Fabio il compagno del padre, Barbara la fidanzata di Riccardo soppiantata da Jasmine e Gianmarco e Romina suoi amici da sempre. Narrato con una grande ironia il romanzo di Agosta tratta di fatto di un argomento serio e complicato quello appunto delle relazioni famigliari, raccontate attraverso i litigi, le avversità, i punti di vista diversi.
L’autore fa un ritratto vero, sincero, reale di una famiglia moderna non convenzionale, con tutte le sue contraddizioni, e mostra come nella realtà c’è la possibilità che la famiglia come l’amore non è solo e soltanto quello tra uomo e donna o quello mostrato in pubblicità. Le relazioni intime sono molteplici e non sono facili.

Riccardo, metafora di molti figli, è chiamato in causa per approvare le scelte intime dei suoi genitori e con grande apertura mentale e maturità le accetta. Riccardo in maniera leggiadra mai superficiale denuncia le ipocrisie della società perbenista, della chiesa cattolica, dei conformisti e benpensanti, mostrando con i fatti che si può crescere bene anche in una famiglia stravagante.
Agosta attraverso Riccardo ci porta nei luoghi più belli di Roma in quei giorni pre e post 4 dicembre 2016 quando la sua vita si è intrecciata con la vita politica italiana. Finale a sorpresa e con un messaggio profondamente poetico per un romanzo che si legge in un fiato: l’amore vince sempre, nella vita ciò che conta sono le relazioni umane quelle famigliari innanzitutto.