Una lenta nave per la Cina. Murakami RMX
- Autore: Furukawa Hideo
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2020
Una lenta nave per la Cina. Murakami RMX (Sellerio, 2020, traduzione di Gianluca Coci) di Furukawa Hideo, edito da Sellerio editore, come già lascia intendere da titolo e sottotitolo è un RMX (Remix), una cover del racconto omonimo di Haruki Murakami. Il romanzo ha la propria base nel 2002, quando Furukawa chiese il permesso a Murakami di riprendere una sua storia proprio da quel racconto, che l’autore ci lascia cullare nei ricordi e nelle emozioni del protagonista.
Lo stile deve molto all’influenza di Murakami sia nelle descrizioni del paesaggio sia nella rievocazione delle sensazioni e delle esperienze di un giovane sconfitto dalla vita e dall’amore, che tenta di scappare da Tokyo.
“C’era un tempo in cui affrontavo le cose di petto e lottavo. Ma ho sempre perso. Tre volte. Storie di fughe fallite. Storie di giorni in cui ero più giovane e tosto. Quando è stata esattamente la prima volta?”
Il racconto è strutturato in capitoli dedicati al presente, in cui l’autore vaga per una Tokyo deserta, popolata da gabbiani e strutture architettoniche; è la Vigilia di Natale. Si percepisce costantemente una confusione del protagonista, assorto in uno stato onirico e incapace, o forse semplicemente eccessivamente disilluso nei confronti della vita. Gli oggetti, i suoni, gli odori, tutto rimanda a una dimensione migliore. Il legame con il presente si spezza e ci si rifugia nel racconto delle tre fughe fallite.
Tutto ciò a causa dell’amore: in diversi momenti della propria vita, l’amore l’ha sconfitto, e lui non ha potuto far altro che accettarlo. Tutto parte dalle elementari, la prima ragazza, il primo bacio, la prima fuga fallita. Le “sue ragazze” sono tutte accomunate da una caratteristica comune: il seno. Ciò porterà il protagonista a innamorarsi, durante l’università, di una giovane dal seno particolare e dalle areole profetiche.
“Se l’areola sinistra è lo Hokkaido, da dove vengo, allora anche la destra deve rappresentare qualcosa, un luogo. Il posto in cui sono diretto”.
Sullo sfondo è sempre ravvisabile una melodia, una caratteristica presentissima anche in Murakami. Ed è proprio una traccia, On a Slow Boat to China, che è destinata a influenzare la storia del protagonista e delle sue “ragazze”. Le sciagure porteranno il protagonista a inserirsi nel mondo degli affari: apre un suo Caffè, The Lover of Hate ad Asagaya. In realtà doveva esser semplicemente l’interpretazione dell’odio che provava per tutto quello che lo circondava, ma finisce per diventare un’ottima soluzione lavorativa. Ed eccoci, ci risiamo. Ennesima infatuazione, ennesima delusione.
Ciò ci riporta all’inizio della storia, e con la sua fine assistiamo a una redenzione: forse non è tutto stato inutile. Forse quella traccia, che rimanda in Cina, può esser stata d’aiuto per qualcuno. E dunque, perché non provarci davvero ad andare in Cina.
Le atmosfere oniriche e surreali, fortemente evocative ed emozionali, il lessico e uno stile colloquiale e zeppo di anglismi sono la forza del breve romanzo di Furukawa. Si tratta di una cover di un racconto già esistente, ma la lettura è sempre piacevole e mai ripetitiva o noiosa, nonostante debba moltissimo al proprio modello, come dichiarato dallo stesso Furukawa. Dunque, perché non lasciarsi trasportare in Oriente e lasciarsi cullare dalla visionarietà dell’autore, e perché no, non prendere anche noi una lenta nave per la Cina?
Una lenta nave per la Cina
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