Una lucertola nel fiato di Mariella Caporale

Un romanzo coraggioso? L’urgenza di dare voce narrativa ad un problema etico molto sentito da un’opinione pubblica spaccata, dopo i casi Welby ed Englaro? L’autrice del libro, Mariella Caporale, insegna Scienze bioetiche-giuridiche all’Università e parla in modo chiaro e documentato di una materia scottante che è riuscita a tradurre in un romanzo che si legge tutto d’un fiato: fiato è la parola che sta nel titolo, che rappresenta plasticamente il rumore del respiro artificiale indotto dalla macchina nella gola di Chiara, una brillante studentessa romana di medicina, quasi ventenne, che sul motorino, temendo di far tardi a lezione non allaccia il casco, fa una conversione passando col rosso, è sbalzata sulle rotaie del tram e viene ricoverata morente all’ospedale. Malgrado l’operazione a la perizia dei medici, entra in coma profondo da cui per mesi non è in grado di risvegliarsi. I suoi genitori, Bruno, avvocato, e Anna vivono l’esperienza traumatica in modo opposto. La madre rivive il rapporto con la figlia, le parla ed alterna la speranza del miracolo alla rassegnazione di una fine inevitabile. Il padre, invece, desidera per Chiara una morte dignitosa e non accetta la resistenza dei medici, della legge, della burocrazia, delle convenzioni: vuole, per amore, che si stacchi la spina. Ci sono anche Luca, il ragazzo di Chiara, Lavinia, sua sorella, Martina, la migliore amica... ognuno di loro ha reazioni diverse, espresse in linguaggi diversi, a seconda del rapporto che avevano costruito con Chiara.

La Caporale ha una scrittura forte, capace di cambiare registro con grande naturalezza, sia che si affronti il tema etico giuridico con tutte le sue complicate articolazioni, sia che ci si immerga nel birignao giovanile degli sms, delle chat, di facebook. Il tema complesso e drammatico della scelta etica viene approfondito, sezionato, analizzato dai diversi personaggi e ne risulta quindi un coro di voci che sembrano essere davvero le voci di tanti che abbiamo sentito esprimersi, in modo disordinato ed istintivo, nei talk show televisivi o sulle pagine dei giornali, che qui si risolvono invece in una sintesi narrativa molto efficace. Credo che questo romanzo possa dare un contributo significativo al dibattito sul testamento biologico che proprio in queste ore viene riproposto al Senato, con la carica di drammaticità che la storia di una normale famiglia, costretta a confrontarsi con una decisione estrema, conferisce all’astratto caso giuridico.

Presentazione - Questo libro verrà presentato a Roma mercoledì 4 novembre alle ore 18:00 presso la libreria Feltrinelli - Galleria Alberto Sordi (Piazza Colonna, 31/35). La presentazione sarà presieduta dalla scrittrice Giulia Alberico e da Filippo La Porta, in presenza dell’autrice. Letture di Livia Porzio.