Una mattina di ottobre
- Autore: Virginia Baily
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2016
Una mattina di ottobre (Nord 2016, titolo originale Early One Morning, traduzione di Giuseppe Maugeri) è il romanzo con il quale l’autrice inglese Virginia Baily si è imposta all’attenzione del pubblico e della critica di tutto il mondo, ispirato al rastrellamento di 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, quasi tutte appartenenti alla comunità ebraica, compiuto dalle truppe tedesche della Gestapo tra le ore 5.30 e le 14.00 di sabato 16 ottobre 1943 nel ghetto di Roma.
Roma, ottobre 1943.
“Una giovane donna cammina spedita lungo una via di Roma. È stretta nel cappotto, la testa avvolta in una sciarpa. A tracolla ha un’ampia borsa di stoffa”
Chiara Ravello, nubile, residente insieme alla sorella minore Cecilia in via dei Cappellari 147, in quell’alba grigia e livida di pioggia, senza neanche un ombrello da opporre alle gocce che precipitano dal cielo cupo,
“un rovescio incessante che continuerà per ore, come se fosse complice degli eventi del giorno”
si ferma un istante. La giovane donna ha appena raggiunto un angolo di Campo de’ Fiori, dove abitualmente si svolge lo storico mercato, ma alle sei di mattina la statua di Giordano Bruno è l’unica figura umana presente in piazza. Infatti da quando i nazisti hanno preso il controllo della città, in una Capitale già dichiarata “città aperta”, le strade sono deserte. Come se fossero sull’avviso di un’imminente calamità naturale, i romani si sono barricati nelle loro abitazioni, per uscire solo se strettamente necessario. Nella notte romana riecheggiano immancabilmente sporadici colpi d’arma da fuoco, girano storie di persone fermate a caso dai soldati tedeschi, allineate al muro e trascinate via, per poi essere interrogate in edifici, come quello di via Tasso, appena occupati e adattati allo scopo, e dai quali si sentono risuonare le urla.
“A cose fatte, le famiglie vengono chiamate a recuperare i corpi scempiati”
Nonostante il pericolo, Chiara è uscita subito da casa dopo la telefonata di Gennaro:
“La mamma sta male”
A metà di via dei Giubbonari, Chiara imbocca un vicolo a destra, la ragazza non sa cosa la sta aspettando, sa solo che c’è bisogno del suo aiuto e che il problema riguarda il vecchio quartiere ebraico, perché il bar di Gennaro è situato nella via principale del ghetto. Già Chiara aveva contribuito a organizzare la raccolta di cinquanta chili d’oro (anelli, ciondoli, monete antiche, gemelli), chiesti dal comandante della Gestapo a Roma Herbert Kappler ai capi della comunità ebraica capitolina e da consegnare entro 36 ore, un vero e proprio riscatto/ricatto che avrebbe dovuto salvare gli ebrei romani dalla deportazione. Una volta giunta nel ghetto Chiara è assalita da rumori angoscianti, in via del Portico d’Ottavia una colonna di soldati è allineata lungo il marciapiede, il bar di Gennaro è chiuso, davanti al Teatro di Marcello sono parcheggiati tre camion con i teloni scuri. Gli abitanti del ghetto sono stati radunati in un avvallamento sulla strada di fronte al Teatro di Marcello, gli ebrei rastrellati salgono sui camion dai quali sono stati tirati su i teloni. Chiara assiste muta e inerme a questa triste rappresentazione, all’improvviso il suo sguardo cade su di una famiglia la quale rimasta ancora insieme, si trova sul retro di un camion. Il padre tiene in braccio la figlia piccola, la madre regge
“un frugoletto col muso imbronciato”
un altro figlio di circa sette/otto anni, stringe la manica del cappotto della genitrice. Le due donne si fissano, tra loro avviene un rapido dialogo muto, ecco la madre allontanare da sé suo figlio, mentre Chiara si fa strada verso il piccolo assembramento gridando:
“Mio nipote! Quello è mio nipote!”
Cardiff, aprile 1973. La sedicenne Maria Kelly ha appena scoperto che il suo vero padre è italiano e si chiama Daniele Levi; desidera conoscerlo ma Daniele
“se n’è andato molto tempo fa e non ha mai comunicato il suo recapito”
Nel romanzo redatto “In memoria di mio padre, Peter Baily”, l’autrice Virginia Baily traccia una storia indimenticabile, attraverso il ricordo di un tragico episodio avvenuto durante la II Guerra Mondiale. Un solo gesto segna il futuro di Daniele Levi, quel gesto di generosità e misericordia di Chiara Ravello compiuto in una fredda mattina di ottobre che condizionerà l’esistenza di entrambi.
“Non aspetterò più di vedere ricomparire Daniele e non piangerò più per il mio bambino perduto”
Una mattina di ottobre
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