Uomini ultimo atto
- Autore: Anna Maria Carpi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Tre storie tese, nere, topiche, per lo più. Tre cuori in inverno di diversa specie, tre stazioni limbiche, del limbo interiore e di quello sociale. Parabole esemplari di tipo borderline: dall’ansito di assoluto all’attrazione per l’abisso. Un rapinatore, un pittore e un disoccupato, come in certe barzellette di cattivo gusto in cui c’è davvero poco da ridere. E del resto “Uomini ultimo atto” (Anna Maria Carpi, Moretti & Vitali, 2015) è un romanzo con nessuna voglia di scherzare. Un libro di racconti gelidi, lunghi, intirizziti, ficcanti, perché, scava scava, in fondo, potrebbero raccontare parte di noi, affacciati sulla deriva come su un panorama attraente/annichilente al contempo. Un carcerato che si ritrova (e si perde) nelle pagine di Nietzsche (“Come non fossi mai stato”), un artista che si impelaga e si smarrisce nei traffici d’arte (“Lo stop è a California”) e un giovane inglese senza lavoro che vagheggia il passato glorioso della madre Patria (“Yesterday”). Individui di estrazione, vissuti, destini, geografie diverse, accomunati dalla condizione-specchio di frattura ontologica, vittime di abbagli e smarrimenti psichici, forse prima ancora che sociali. Come imbocca in maniera inquietante la fascetta editoriale “Un nesso con quei giovani europei che oggi guardano al Califfato?”. Aldilà degli interrogativi e delle possibili letture traslate, c’è la prosa di Anna Maria Carpi a far sì che questo libro si imponga come un libro robusto e struggente al tempo stesso. Una prosa elegante senza compiacimenti, che procede senza tentazioni plumbee fino all’apologia della crisi (interna/esterna), quasi di soppiatto, senza darlo a vedere. L’autrice vanta un solido bagaglio di esperienze editoriali alle spalle: leggendo questo suo “Uomini ultimo atto”, lo si avverte distintamente sin dalle prime pagine.
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