Ustica e Bologna. Due stragi senza verità
- Autore: Gianni Lannes
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Un aereo di linea precipitato in volo da Bologna a Palermo, il 27 giugno 1980: escluso il cedimento strutturale, si sarebbe trattato forse di una bomba, forse di un missile, forse di una collisione. Una strage nella stazione di Bologna, trentasette giorni dopo: non si sarebbe verificata, se non ci fosse stata la tragedia del DC9 Itavia nel Tirreno, perché Ustica non era bastata. Questo è certo, secondo Gianni Lannes, che si sforza di dimostrarlo nelle quasi 500 pagine di un ampio saggio, polemico in modo dirompente secondo il suo stile, intitolato Ustica e Bologna. Due stragi senza verità (novembre 2023, 486 pp.), illustrato con immagini in bianco e nero e una grafica nell’appendice fotografica e documentale di ben 162 pagine, pubblicato dalle Edizioni Mondo Nuovo, la più recente delle case editrici con cui ha collaborato.
Un noto e inarrestabile giornalista d’inchiesta mette a fuoco la sua ipotesi di una relazione tra i due eventi, rilevata in una massa di documenti, dichiarazioni, menzogne, inchieste cronistiche, indagini, sentenze. Le coordinate biografiche di questo “spirito libero, un guerriero della luce” - come viene presentato dal giovane marchio della In Service pescarese - ci dicono che Lannes è scrittore, fotografo, documentarista, esploratore, subacqueo e giornalista investigativo. Nel 2011, dopo un’inchiesta sul disastro nucleare in Giappone per il “Corriere della Sera”, è stato costretto a sospendere l’attività giornalistica per tutelare la famiglia. Ha subìto attentati e ricevuto minacce di morte. Da dicembre 2009 ad agosto 2011 ha vissuto sotto protezione della Polizia, costretto poi ad allontanarsi dalla terra foggiana d’origine. Tra le pubblicazioni, numerosi libri-inchiesta, come Nato: colpito e affondato (2009), Italia Usa e getta (2014), Nato: la strage del Francesco Padre (2014) e L’Italia trema (2023).
In questo ennesimo lavoro dei suoi che fanno scalpore, sostiene:
Ustica: avvertimento non recepito. Bologna: messaggio compreso?
(il punto interrogativo è un un mero artificio retorico). Ci sarebbe infatti un legame: per Lannes non si tratta di due eventi drammatici ravvicinati e distinti, come si tende ad affermare coram populo. 81 morti in mare, 85 e 200 feriti nella stazione, il 2 agosto successivo, 166 vittime civili in uno scenario “da guerra in tempo di pace”, anche questo è certo per un freelance d’assalto che non ha paura di riempire pagine scomode, a costo d’essere costretto a vivere quasi sotto copertura.
Si può leggere questo libro in diversi modi e con vario spirito. Innanzitutto come un saggio nel quale lo scrittore argomenta le sue opinioni forti, alternative, dissonanti con la vulgata ricorrente sugli accaduti e cerca di sciogliere nodi complessi diventati autentici grovigli, per lo stratificarsi di versioni contrastanti d’ordine tecnico, storico, politico, giudiziario, spionistico.
Si può considerare magari un testo di fantapolitica o fantastoria, come qualcuno preferirebbe, e altri potrebbero farlo passare per un ulteriore tentativo di depistaggio, un contributo contraddittorio. Secondo questa linea, aggiunto a tanti articoli, testi e studi, più che avvicinarsi a una soluzione la rende sempre più irraggiungibile, ricorrendo alla tecnica del debunking: nascondere un pezzo di verità in mezzo a un mare di bugie, per renderla indistinguibile.
Si potrebbe pure interpretare come un grande giallo o un romanzo di spionaggio. Sta di fatto che Gianni Lannes arriva alle conclusioni, che sono sue ma ci arriva e meritano comunque d’essere lette. Non fosse altro perché Lannis è un autore di buona volontà, di grande lena e ottima tessitura, che scrive da giornalista e non affatica i lettori. Nell’illustrare le sue tesi, non li spinge verso sentieri sintatticamente impervi, non li abbandona in vicoli ciechi concettuali.
In più, leggere serve a conoscere, perché Gianni Lannes lamenta il tarlo dell’ignoranza sopravvenuta della storia, anche contemporanea, perfino quella di ieri l’altro. Se si chiede ai giovani di Ustica, non c’è risposta o è totalmente sbagliata. L’autore evidenzia con rammarico che i ragazzi ignorano eventi cruciali che hanno contribuito
a rendere la nostra democrazia sempre più debole e maggiormente incompiuta.
Eppure, non facciamo che riempirci la bocca di “mai più”, continuiamo a ripetere che i crimini contro l’umanità non vanno ignorati perché non si ripetano. Nessuno, però, finalizza l’impegno e a quanto pare restano parole al vento.
Aggiunge che se si conosce la verità nascosta di Ustica e Bologna, si conosce il nostro Paese. Se si studiano queste vicende, si capisce perché
l’Italia ha cosi scarso credito a livello internazionale e ha perso la dignità.
Ci sono state vittime, c’è chi lo resta tuttora, menomato a vita, ma sembrano poco più che numeri, una statistica. Invece si tratta di esseri umani, di bambini, donne, uomini, ognuno con la propria storia, un vissuto, tanti sogni, fantasie, progetti vitali. Vorrebbe le loro foto affisse in ogni scuola, accompagnate da una breve biografia, anche soltanto “per chiedere scusa” e per ricordare che il diritto alla verità e alla giustizia è tutti e non muore mai.
Come se ne può uscire, secondo Gianni Lannes? Professando la verità, facendo piena luce, spiegando cos’è accaduto.
Le contraddizioni logiche, politiche e giudiziarie condizionano ancora la verità sulle stragi di Ustica e Bologna. Che fare? Accendere la mente e disconnettersi dall’irreale. Sapere per comprendere, conoscere per capire. La verità non ha tempo e interessa sempre: rende liberi gli esseri umani.
Comunque la pensiate, rispettiamo la memoria delle vittime e dei familiari. A tutti loro l’autore ha dedicato il suo Ustica e Bologna. Due stragi senza verità. Ricordiamoli, in raccoglimento e con compassione. Con rabbia, se si preferisce.
Ustica e Bologna. Due stragi senza verità
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