Utopie
- Autore: Giampiero Neri
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Giampiero Neri, nato a Erba nel 1927 e scomparso poche settimane fa, a novantaquattro anni a Milano, è stato un poeta importante nonostante lui fosse poco conosciuto, perché non ha mai realmente fatto parte del mondo letterario meneghino, e ha lavorato in banca fino alla pensione.
Su Sololibri si era accorta di questo grande poeta-scrittore soltanto Alida Airaghi in una bella recensione dedicata a Via provinciale (Garzanti, 2017), poi più nulla.
È stato al mondo abbastanza per capire che per essere famosi nell’editoria italiana, ma anche in Europa, deve accadere sempre qualcosa di extra-letterario. Essere “uno speciale”, avere un fascino e un’empatia fuori dal comune, ma anche la casualità, saper cogliere il momento giusto.
Esce per Ares edizioni questo volume Utopie , dove al posto di parole in versi ci sono brevi racconti che hanno il sapore della rinuncia, dell’abbandono esistenziale a trovare spiegazioni sul nostro stare in questo pianeta da mortali. In poche pennellate letterarie Neri descrive a sommi capi alcuni episodi della sua vita.
L’amicizia ferrea con un compagno più grande ai tempi dell’8 settembre 1943, il giorno dell’armistizio, quando Badoglio firmò a favore dell’ Italia libera da Mussolini e dal giogo nazista, con le forza dell’alleanza americana a cose personali come il rapporto conflittuale con la madre di cui riporto un passo:
Ho sempre avuto.un rapporto conflittuale con mia madre, troppo generosa anche di sé stessa verso chi ammirava. Era nota la sua passionalità, giusto il parere del signor Airoldi:"Sente il doppio". Era vero, e lo è stato anche per me, ma allora avevo bisogno di parole, un aiuto che lei non mi voleva dare. Era alle prese con la sua razionalità e le false gerarchie che comporta, e non mi stimava abbastanza per aiutarmi.
Sempre più spesso si scopre che molti uomini iniziano a scrivere come se fosse un passaggio obbligato a causa delle loro madri fredde e insensibili, come se la scrittura potesse da sola togliere importanza alle figure genitoriali, in questo caso parliamo di una madre che è nata nell’Ottocento.
L’esistenza di Neri è talmente lunga che l’autore ricorda l’epidemia di spagnola, una febbre che fece milioni di morti, e riesce anche ad assistere alla diffusione della pandemia da Covid-19.
Le prose più belle sono dei piccoli frammenti che incantano per brevità e bellezza, come:
Si dice di alcune persone che, quando entrano in una stanza, la occupano tutta. Dovrei immaginare che, quando se ne vanno, lasciano un grande vuoto. Sono invece portato a pensare che a lasciare un grande vuoto siano le persone umili, silenziose, che occupano soltanto lo spazio necessario, che si fanno amare.
Questo amore per il silenzio e per le persone umili è presente anche in altre prose o addirittura frammenti sempre prosastici, dove le figure di rilievo hanno il dono dell’anonimato e di silente dignità. Il che fa supporre che il poeta fosse arrivato ai social e, forse, all’Internet tutto, con scetticismo, soprattutto con lo sconcerto di vedere apprezzate le persone che sanno muoversi nel mondo dell’immagine e degli affari. Ma pur essendo lucido, fino alla fine, non c’è nel libro nessun riferimento verso Instagram o verso le chat di incontri, come qualcuno che saluta ma nel tragitto non butta veleno o non giudica quelli, che per età o per superficialità, amano le cose contrarie, plateali, dove la parola “umile” è soltanto un sinonimo di perdente.
La verità è che quando si arriva quasi centenari con ancora una discreta salute ed esperienze di vita, la cosa che può succedere è non poter sopportare, sostenere troppa realtà. Infatti, in un altro frammento dice:
Un intercalare ricorrente del discorso di Giovanni il disoccupato è: “Questa è la realtà”.
Tanto frequente da rendere questa evocata realtà sempre meno reale, evanescente, quasi teorica, in fondo inesistente.
E un pensiero così radicale non gli viene leggendo i filosofi giansenisti o poeti molto ermetici, ma dalla frequentazione di Giovanni, che per ora è disoccupato. Giampiero Neri sembra quasi avvertirci che se ci sono molti che vogliono diventare centenari e liberi pensatori, devono frequentare persone come Giovanni che per ora è disoccupato e non arrivisti o ciarlatani, oppure anche questi ultimi esempi di uomini e donne. Basta però essere coscienti, saperlo fin dal principio, con chi fanno combutta.
Utopie è un piccolo libro immaginifico e attraversato da ombre di gente vissuta nel “Secolo Breve”, dove due guerre mondiali lasciarono l’impressione, soprattutto il secondo conflitto bellico, che milioni di persone dovessero togliersi di mezzo, per razza, per ideologie politiche e per orientamenti sessuali.
Giampiero Neri, per tutti loro e per i piccoli gesti quotidiani sempre uguali nei quali non manca mai la curiosità per questo piccolo pianeta finito tra mille galassie, ha scritto uno struggente breviario.
Utopie
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