Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana
- Autore: Andrea De Benedetti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2009
Chi dice che non si possa iniziare la frase con una congiunzione? Chi dice che ripetere più volte una stessa parola è sbagliato? Ma il congiuntivo è veramente una (brutta) bestia in via d’estinzione? Sono solo alcune delle questioni trattate da De Benedetti nel suo libro che, in modo ironico e pratico, illustra come la nostra lingua sia sempre in evoluzione, cosicché il parlato influenzi sempre di più lo scritto.
Sin dall’inizio è chiaro come l’approccio dell’autore sia di tipo descrittivo, ovvero si serve dell’uso pratico della lingua da parte di noi parlanti per spiegare alcune mutazioni e fenomeni ricorrenti nell’italiano di oggi, contravvenendo così alle regole e contro regole della grammatica normativa, insistentemente e pedissequamente insegnate a scuola.
Seppur scritto volutamente in prima persona, non manca, però, un dialogo fittizio con i puristi della lingua, scherzosamente chiamati neo-crusc (neo-cruscanti). Ma il libro si indirizza anche a chi è interessato ai continui cambiamenti linguistici, a chi cerca delle risposte, a chi si interroga sulle sorti del Belpaese perché è il modo di esprimersi che delinea le caratteristiche di una nazione. Lingua e cultura sono strettamente legate e per questo non sono rare le divagazioni e osservazioni dell’autore verso temi politici o altri di respiro più sociale e/o culturale.
Come suggerisce il titolo, la pratica è quella che conta: ad ogni spiegazione vengono affiancati degli esempi concreti tratti da articoli di giornali o attingendo a altri autori, proprio per far capire al meglio i concetti e fornendo le prove di questi tanto vituperati e criticati errori, che ormai più tali non sono. Per chi poi, mosso da curiosità, volesse indagare maggiormente a fondo le questioni sollevate nel libro, alla fine di ogni capitolo è stata aggiunta la bibliografia che passa la parola ad altri esperti della materia, quali Serianni, Bice Mortara Garavelli, e non solo.
Gli argomenti trattati offrono spesso degli spunti di riflessione (linguistici e non) e sono stati esposti in maniera chiara e leggera, in modo da far avvicinare chiunque a delle questioni linguistiche attuali. Molte delle certezze imposte dalle varie grammatiche vengono smontate, altre parzialmente respinte, altre ancora confermate… non è forse la lingua uno dei riflessi dello scorrere del tempo? Ai futuri lettori il piacere – speriamo - di scoprirlo.
Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana
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