Verde oscurità
- Autore: Anya Seton
- Categoria: Narrativa Straniera
“Hai tutto quello che una donna può desiderare, si disse Celia”.
In quell’inizio estate del 1968 era uno dei rari giorni perfetti del giugno inglese con nubi vaporose nel cielo azzurro e una leggera brezza che scompigliava le foglie. Celia Marsdon, “piccola, bruna, begli occhi grigi cristallini”, giovane, ricca e infelice se ne stava rannicchiata su una sedia a sdraio all’estremità della nuova piscina. Al di là della piscina, sopra la siepe di ligustro e il pergolato di rose, si allungava la linea disordinata dei tetti del castello del Sussex, Medfield Place, la dimora di suo marito Richard. Celia dopo una giovinezza senza radici era diventata la “Signora del castello”, Lady di un baronetto, in un castello che aveva visto secoli di signore, proprio lei che faceva parte di quella “razza nuova e spensierata” proveniente dal Nuovo Mondo. Medfield Place, antica residenza Tudor che trionfava al di sopra di ogni incongruità architettonica, si annidava placidamente, come sempre aveva fatto, tra due contrafforti dei Downs meridionali, “quelle tranquille, imponenti colline che si ergevano verdi e rossicce nei cieli del Sussex orientale”. Celia però non era serena e la giovane ancora una volta si domandava perché doveva avere tanta paura, perché, come già tante volte negli ultimi tempi, sentiva quel nodo alla gola che le impediva di inghiottire e quel senso di soffocazione che ne derivava?
Tutto era incominciato l’autunno scorso alla vigilia di Ognissanti quando Richard e Celia, novelli sposi, erano andati a visitare le rovine del castello di Cowdray, un maniero del XIV Secolo del quale ora restavano solo ombrose sale scoperchiate. All’interno del Salone in rovina, Celia aveva avuto la netta sensazione di essere già stata in quel posto.
“Sono già stata qui. Il Salone è pieno di gente vestita di sete e velluti. C’è musica di viole e liuti. Profumo di fiori, timo e paglia fresca. Aspettiamo qualcuno, aspettiamo il giovane re”.
I posti antichi da sempre hanno il potere di dare strane sensazioni, forti vibrazioni del passato di un’altra vita precedente.
“Gli psicologi spiegano la cosa come déjà vu, come illusione di aver già sperimentato qualcosa”.
Evidentemente Celia possedeva un’anima troppo suggestionabile, era stata influenzata da sua madre Lily la quale cercava la verità e spesso la intravedeva dilettandosi nel fare collezione di swami, numerologi, astrologi e medium e credeva nella reincarnazione. Solo l’indù Jiddu Akanada “dalla faccia bruna senza età”, dottore in medicina dai modi simpatici e modesti, che “non indossava vestaglioni informi” ma abiti inglesi di buon taglio e che aveva studiato a Oxford, avrebbe potuto fare luce nella tempesta che si stava preparando nell’anima di Celia.
“Lei deve serbare con fermezza la sua rotta, con fede, perché rischia di essere malamente squassata nella tempesta che, temo, si sta preparando”.
In seguito a un grave shock, Celia si trovava inconscia, in una immobile trance, riportata nel passato, nel XVI Secolo alla corte del re Edoardo VI. Era stato allora che avevano avuto inizio azioni ed emozioni violente che ora mostravano il loro risultato.
Una verde oscurità avvolgeva la Signora di Medfield Place, simile a quella collina coperta di vegetazione, castani e querce dove vi erano le rovine di una cappella nella quale attaccata al muro sud c’era una capanna con il tetto di paglia e con la porta fissata a cardini di cuoio. Due figure stavano appena fuori dalla capanna, sull’erba calpestata: un monaco in tonaca nera abbracciava una ragazza dai capelli biondi e ricci in gonna blu e corpetto guarnito di pizzi. Da lì era iniziato tutto, ora Akanada doveva mostrare a Celia il passato per rivivere tutto quello che era accaduto.
“... tutti dobbiamo pagare il nostro debito al Karma, la divinità che sta sopra al Karma è pietosa”.
Verde oscurità (titolo originale del volume: Green Darkness), pubblicato nel 1972 e diventato subito romanzo di culto, nel corso degli anni ha venduto e ha continuato a vendere centinaia di migliaia di copie nel mondo. La casa editrice Beat ripubblica il libro fedele affresco del periodo Tudor, dal regno di Edoardo VI a Elisabetta I, con l’accurata traduzione di Marina Valente.
Anya Seton, americana di origine inglese (1904 – 1990), ha scritto numerosi romanzi storici, che l’autrice preferiva chiamare romanzi biografici, tutti di grande successo. Philippa Gregory ha definito Verde oscurità
“il libro più ambizioso e coinvolgente di Anya Seton: una storia irrefrenabile piena di suspense”.
Nella prefazione del volume è la stessa autrice a spiegare ai suoi lettori che il tema del romanzo
“è la reincarnazione, in un tentativo di mostrare l’interazione, la legge di causa ed effetto, bene e male, tra alcune anime individuali, in due periodi della storia inglese”.
Grazie all’abilità della scrittrice, anche chi si dimostra scettico nei confronti della reincarnazione resta piacevolmente coinvolto dal plot della trama grazie alla ricostruzione storica e ai ben congegnati flashbacks. Fin da bambina Anya Seton era rimasta affascinata dalla grande quantità di volumi che si trovavano nella biblioteca di famiglia (entrambi i genitori credevano nella reincarnazione, la madre era una teosofa convinta), libri che trattavano di misticismo, occultismo e astrologia.
“La reincarnazione mi sembra ancora l’unica spiegazione logica delle ingiustizie della vita e metà del mondo ci crede, in una forma o nell’altra”.
Verde oscurità
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Ho letto questo libro tanti anni fa, mi ha turbato tanto, non ho più dimenticato i personaggi.