Vicinanza distante
- Autore: Catherine Chidgey
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2021
Durante i miei anni di insegnamento alla scuola superiore ho accompagnato una classe a Buchenwald, il campo di concentramento nazista edificato vicino alla elegante città tedesca di Weimar: con grande emozione ho letto quindi questo lungo, documentato, teso racconto che la scrittrice neozelandese Catherine Chidgey ha scritto, riassumendo in forma romanzesca gli orrori, le stragi, ma anche la vita apparentemente paradisiaca che si svolgeva poco lontano dal famigerato lager.
Nelle quasi seicento pagine di Vicinanza distante (E/O, 2021, trad. Silvia Castoldi), più personaggi creano una sorta di composizione di voci che si alternano: tra i diversi protagonisti c’è anche un coro, le voci dei mille cittadini di Weimar che finsero sempre di non sapere, di non sentire, di ignorare quante atrocità stessero avvenendo nel bosco di betulle poco distante dalle loro case, fin quando, nelle ultime pagine del romanzo, i soldati americani del generale Patton obbligarono donne e uomini, elegantemente abbigliati, a visionare il campo pieno di scheletri viventi, di cadaveri insepolti, di odore nauseabondo che scaturiva da ogni angolo di quel luogo di sterminio, provocando in essi reazioni diverse, che testimoniano come un intero popolo, soggiogato dalla propaganda hitleriana, avesse perso ogni forma di consapevolezza del reale.
L’amministratore del campo di Buchenwald, l’SS Dietrich Hahn, la sua giovane moglie Greta, il loro figlio Karl-Heinz di appena cinque anni vengono trasferiti da Monaco a una villetta di legno, nuova, riccamente mobiliata, piena di ogni confort, di cibi e liquori preziosi in grande abbondanza: un servo, Josef, prigioniero perché convinto Testimone di Geova, si occuperà delle faccende e del loro benessere.
La casa sorge a ragionevole distanza dal campo di prigionia, e Greta è attentissima a che il figlio e lei stessa non possano vedere ciò che succede all’interno del recinto elettrificato dove vivono, secondo suo marito in buone condizioni, le migliaia di prigionieri che continuano ad arrivare sui treni, carri bestiame, da ogni parte d’Europa.
Greta però capisce presto che quel luogo non è l’eden che l’ambizioso marito le ha promesso, e nelle sue passeggiate insieme al figlio e all’amica Emmi Woolf, sua vicina ambiziosa e spregiudicata, coglie segnali inquietanti di ciò che avviene a poca distanza da casa sua, sente odori violenti e sconosciuti, incontra prigionieri denutriti e sofferenti.
Parallelamente a questa, vi è la vicenda del doktor Lenard Weber, un medico di Francoforte che pensava di aver inventato una macchina fatta di sofisticati circuiti elettrici che avrebbe sconfitto il cancro: i suoi esperimenti si erano rivelati fallaci; ma quando Frau Hahn si era ammalata di cancro all’ovaio, il marito disperato aveva ricercato Weber, lo aveva fatto deportare e lo aveva costretto in segreto a ricostruire la sua macchina miracolosa per tentare di salvare Greta.
I rapporti tra aguzzini e vittime, tra ufficiali SS e loro dipendenti, tra gli stessi prigionieri, tra i responsabili del campo e i superiori a Berlino, tutto viene raccontato in questo affresco molto realistico: anche se molti sono personaggi di fantasia, la ricostruzione storica della vita nel lager di Buchebwald è basata su documenti, lettere, fotografie, atti del processo di Dachau, in cui lo stesso Dietrich, esemplato sul vero direttore del KLager, fu processato e condannato a morte.
Il titolo ossimorico Vicinanza distante, in originale Remote Sympathy, dice molto del clima che si respira nelle pagine del libro: ebrei e carnefici, vicini per interesse, remoti per ideologia.
Il regime hitleriano aveva abolito le religioni: ecco invece che i Salmi della Bibbia, i grani di un rosario, le immagini di un santo italiano, la speranza dei Testimoni di Geova, si oppongono nei giorni della resa finale al progetto pagano e pseudoscientifico del Nazismo.
Un libro “empatico”, in cui Greta e Lenard ci appaiono come due naufraghi alla ricerca di un’improbabile salvezza in una catastrofe epica che ha distrutto quasi per intero il continente più “civile” dell’occidente. Personaggi reali, Mafalda di Savoia, Ilse Koch, il Generale Patton, Erwin Ding-Schuler, fanno la loro breve comparsa, come la messa in scena falsa e grottesca operata a Theresienstadt dove venne girato un documentario di propaganda per tacitare chi sospettava le atrocità dei Lager. Mescolando dunque realtà e fantasia, Catherine Chidgey ci propone un punto di vista originale, una diversa chiave di lettura del più grande dramma del ’900.
Vicinanza distante
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