Virginia e gli uomini mostro
- Autore: Edgar Rice Burroughs
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2009
Edgar Rice Burroughs è un celebre scrittore americano della prima metà del 900, famoso soprattutto per aver dato vita ad un eroe seriale, Tarzan, l’uomo scimmia diventato un mito insieme alla compagna Jane. In questo romanzo, tradotto per la prima volta in Italia, si mescolano personaggi tipici della letteratura angloamericana ottocentesca: Frankenstein, il mostro nato dalla fantasia di Mary Shelley e Mr.Hyde, il doppio malvagio di Dr.Jekyll, nell’indimenticabile romanzo di Stevenson.
Ecco dunque la storia del Dottor Maxon, scienziato statunitense che nel suo laboratorio, vicino a New-York, coltiva il desiderio insano di riprodurre l’essere umano. La figlia Virginia, giovane e bellissima, viene tenuta all’oscuro dei misteriosi esperimenti paterni fin quando lo scienziato decide di imbarcarsi per un’isola sconosciuta dove, senza testimoni, potrà proseguire i suoi folli progetti. I suoi accompagnatori, un cuoco cinese e un medico della marina in cerca di avventure e di denaro, sono i soli bianchi: tutti gli altri, indigeni , cacciatori di teste, pirati, daranno vita alla trama complicata di scontri che avverranno con le mostruose creature uscite dal laboratorio che Maxon ha messo su nella jungla. Ben 13 creature, mostri appunto, identificate con il numero progressivo che il loro creatore ha dato loro, sono i protagonisti di questa avventurosa storia che però cela molti risvolti di tipo etico: le creature non hanno anima, non sono accolte né dagli umani ma neppure dagli animali (gli stessi oranghi, abitanti della intricata jungla del Borneo, li rifiutano come loro simili).
Eppure la storia intricatissima si avvia verso un lieto fine, dove il bene e l’umanità avranno il sopravvento sulle forze del male, evocate da una scienza che ha coltivato un progetto malato: lo stesso professor Maxon, ravveduto nelle pagine conclusive del libro, ordinerà di seppellire i libri che lo hanno incoraggiato verso esperimenti malvagi, causa di sofferenza e morte per troppi uomini. La vittoria delle forze del bene, di cui si fa interprete Virginia, custode dei valori familiari e pronta all’amore per il suo gigantesco salvatore, ci mostrano uno scrittore che negli anni ’30 del ’900 aveva già intravisto i pericoli di una scienza svincolata da ogni principio morale, di un gruppo di uomini bianchi, colti, civili, disposti a cedere ad ogni istanza di umanità e di convivenza paritetica pur di ottenere un potere illimitato sulla natura...
Appare quasi la premonizione di quanto faranno gli scienziati nazisti nei lager e proprio come un lager viene descritto il "campong" dove vengono riprodotti e custoditi gli uomini mostro, tenuti a bada da una frusta per tori, in un clima di violenza animalesca. Una bella sorpresa questo libro, pieno di suggestioni (i pirati della Malesia di salgariana memoria), ma anche di spunti filosofici sul rapporto fra morale e scienza, di così grande attualità.
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