L’aggiustatore di destini
- Autore: Francesco Colizzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Lo psichiatra Francesco Colizzi si apre alla narrazione delle vicende del suo collega Giovanni Nilo e già dal cognome del protagonista del romanzo “L’aggiustatore di destini” comincia il gioco dei rimandi, delle risonanze e delle evocazioni: Mosè salvato dalle antiche acque egizie, uno dei tanti bambini abbandonati della mitologia. La lotta di Nilo contro la sofferenza, il dolore dell’umanità, a volte appare impari. Lo sorreggono, oltre la scienza medica, il suo “senso di purezza adolescenziale” dal quale non riesce ancora oggi a liberarsi completamente; l’amore per la letteratura, per Cechov soprattutto; l’archeologia; la conoscenza dell’antropologia; la Bellezza della sua Puglia e di Emma, suo desiderato e desiderante alter ego femminile, espressione e gratificazione della sua motivazione errante, la quale nel racconto esplora il mondo spingendosi fino in Nepal, per portare sollievo alle donne maltrattate.
Probabilmente, oltre al sapere medico è anche l’amore per la letteratura e per lo scrivere, in quanto possibilità di curare se stessi, che aiuta Nilo in questa avventura nei meandri di una psiche, quella di Lucia, devastata dall’abuso. Ce lo lascia intendere con chiarezza quando, per voce di un giovane sardo, Antonello, esalta l’alleanza tra scrittore e lettore, di fatto rinviando all’alleanza terapeutica tra analizzante e analizzato:
“Chi legge partecipa alla metamorfosi dello scrittore, resta in contatto con la diversità delle esperienze delle persone, salva il legame con l’umano anche se è stato ferito, se porta in sé dei traumi o il terrore del male. E chi scrive, un po’ si cura da sé”.
Francesco Colizzi a tratti mette a nudo la propria anima, non approfitta del dedalo specchiato per nascondersi. Piuttosto, con evidente sincerità e coraggio, si rivela al lettore per quello che è: entusiasta e caparbio conoscitore dell’umanità, esploratore che segna nuove mappe esistenziali nella vita altrui. È quello che Nilo fa con Lucia alla quale assicura, anzi garantisce, che la sua voce l’accompagnerà nei momenti più difficili del suo disagio. È quello che Nilo fa con tutti gli altri pazienti dei quali si narra in “L’aggiustatore di destini che è pure un tentativo, abbastanza riuscito, di raccontare un caso clinico traducendolo in romanzo. Tutte persone alle quali il protagonista del romanzo cerca di evitare l’istituzionalizzazione in comunità psichiatrica sempre rammentando la lezione, potremmo forse anche dire l’epopea, basagliana così tanto messa a repentaglio in questi ultimi anni da un certo ritorno del rimosso manicomiale segregante.
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