L’anno dei fiori di papavero di Corina Bomann

“L’anno dei fiori di papavero” (Giunti, 2016, titolo originale Das Mohnblutenjahr, traduzione di Lucia Ferrantini) è il nuovo romanzo di Corina Bomann, l’autrice tedesca più amata dal pubblico femminile.

Un immenso campo di papaveri in mezzo ad alture dalle cime tondeggianti è la chiave per comprendere il passato e il futuro di Nicole Schartz, protagonista di questo coinvolgente e appassionante romanzo. Un fiume, l’Ornain, e una cittadina, Bar-le-Duc, nel Département de la Meuse in Lorena, che sembrava rimasta al Medioevo. Era qui che doveva andare Nicole, la quale si trovava a un punto cruciale della propria esistenza. Nicole a trentotto anni aspettava un bambino dal suo ex fidanzato David, che l’aveva lasciata quando la donna gli aveva comunicato che sarebbe diventato padre. Ora Nicole era consapevole che avrebbe dovuto crescere un figlio da sola, proprio com’era accaduto a sua madre Marianne, insegnante in pensione, ora orgogliosa proprietaria di un florido vigneto nella regione della Mosella. Giunta al quinto mese di gravidanza durante un controllo di routine la ginecologa di Nicole aveva scoperto che il bimbo che la sua paziente portava in grembo rischiava di avere una malformazione cardiaca.

“Ancora è presto per dirlo con certezza: vorrei mandarla da un mio collega in possesso di apparecchiature più sofisticate. Lui capirà se è tutto a posto e, se non fosse così, le saprà dire di cosa si tratta. Alcune malformazioni, come quelle del setto interventricolare, possono essere eliminate con un’operazione post-natale, in altri casi è necessario intervenire già nell’utero. Ad ogni modo, prima di mettere a punto una terapia abbiamo bisogno di un referto specialistico”

era stata la sentenza della dottoressa Mandelbaum. Nicole inoltre doveva informarsi sulle malattie pregresse della sua famiglia e di quella del padre del bambino, se ci fossero stati problemi di salute ereditari. Tutto ciò rappresentava un problema nel dramma che Nicole stava già vivendo. Infatti, sua madre le aveva sempre detto che suo padre era morto poco prima della nascita. Giunta alla tenuta vinicola di sua madre “una donna moderna e presente, anche nei comportamenti”, che disponeva di un grande tesoro di esperienze e storie che “ancora non mi aveva raccontato”, Nicole aveva chiesto a Marianne notizie sul padre. Dapprima la donna si era rifiutata di parlare ma il giorno dopo aveva mostrato alla figlia un vecchio album di fotografie, una serie di scatti che rivelavano il passato di Marianne, oppressa da un padre pittore, reduce della II Guerra Mondiale, preda di un odio feroce nei confronti del popolo francese.

“Oggi è difficile immaginare che un tempo tedeschi e francesi siano stati acerrimi nemici. Ma non bisogna dimenticare che quell’epoca è esistita davvero e che l’odio reciproco è sfociato in una guerra orribile, che ha devastato gran parte dell’Europa e causato infinito dolore”

ha scritto Corina Bomann nella nota finale del testo.