Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini
- Autore: Yasmina Khadra
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2015
“Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini” – un noir ambientato ad Algeri – si apre con un’immagine lirica e insieme tragica, alla Rimbaud:
“all’ombra di una rupe, tra corone di fiori selvatici, riposa una ragazza. Nuda dalla testa ai piedi. E bella come solo una fata fuggita dalla tela di un artista sa esserlo”.
Ma:
“In questo scenario da sogno, mentre il mondo si risveglia ai propri paradossi, la Bella Addormentata ha chiuso con le favole. Ha smesso di credere al principe azzurro. Nessun bacio potrà resuscitarla”.
Già fin dalle prime pagine Yasmina Khadra (uno pseudonimo femminile per un autore di sesso maschile, Mohammed Moulessehoul) fa vibrare alcune delle corde più significative della sua scrittura: l’amore per la sua terra, bella e maledetta, la considerazione per la donna, e la denuncia della società corrotta e ingiusta. Su questi temi si sviluppa il racconto, che nello svolgere la trama oscura e feroce del delitto, e delle numerose uccisioni che ne derivano, non tralascia di descriverci l’abisso di aberrazione in cui lo scrittore vede immerso il proprio Paese.
Personaggio principale – che non agisce, ma domina dall’alto della sua posizione di potere - è il “rboba” ovvero “colui che decide nell’ombra”: un personaggio senza carica, ma potentissimo e intoccabile, uno dei signori che impediscono al Paese di realizzarsi, che ne perpetuano l’esistenza nell’assistenzialismo, nella mancanza di creatività e di iniziativa, nella paura. Attorno a lui vive una società abbrutita, governata da squali e predatori corrotti, tanto più feroci quanto più pusillanimi: sono i politici, gli editori, i poliziotti, tutti coloro che occupano posizioni di potere, che possono influire sugli altri e che hanno
“l’unico obiettivo di costruire una città per i propri figli quando bisognerebbe edificare loro una nazione”.
In questo paese fallocratico, dove il maschio arabo, l’erghaz, il piscia-in-piedi, valuta sé stesso non per la propria saggezza, ma per la propria virilità, dove
“essere una donna e dirigere degli uomini è una fatica di Sisifo e insieme un rompicapo cinese”
una commissaria onesta e combattiva si trova ad affrontare la sfida del delitto davanti al quale il suo senso di giustizia la porta a dire:
“non ho l’abitudine di defilarmi quando le cose si mettono male”.
E’ il tipo di donna positiva, risoluta e moderna che si contrappone alle donne arabe sottomesse e complici che incarnano altri personaggi del romanzo. Di fronte all’omicidio la scelta di Nora è il coraggio e l’andare fino in fondo, per altri invece le scelte sono diverse, tutte quelle possibili, dalla fuga, alla rinuncia ad agire, attraverso l’indifferenza, fino alla denuncia e all’azione. Un noir dalla trama ricca di tensione, di colpi di scena, di imprevisti, una storia di tenebre, di arroganza, di ferocia, ma anche di riscossa. I veri eroi infatti, alla fine, sono i semplici, gli anonimi, gli invisibili; sono loro le scimmie che diventano uomini, il popolo “mai sconfitto e mai rinunciatario” che riacquista la sua dignità in un esito drammatico e imprevisto.
“Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini” è un noir che si fonde con una denuncia sociale e politica e insieme un invito alla sollevazione, scritto in uno stile insieme lirico e potente, snello e dal ritmo sostenuto e incalzante. Un noir in cui la tensione morale e civile non ha cedimenti e l’indignazione è il motore del riscatto.
Cosa aspettano le scimmie a diventare uomini
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