A bon droit. Il piacere della vendetta
- Autore: Luciana Benotto
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Chi la conosce sa bene quanto la scrittrice Luciana Benotto ami la storia, le arti e, in particolare, la pittura.
Il passato l’affascina, soprattutto il periodo medioevale e quello rinascimentale, e non è un caso, dunque, che il romanzo storico sia la forma espressiva che più le si addice.
Dopo il successo del precedente “Il duca e il cortigiano. Imprese d’arme e d’amore”, edito da La vita felice, è tornata nelle librerie, sempre per la stessa casa editrice, con il suo nuovo romanzo: “A bon droit. Il piacere della vendetta”.
La vicenda su cui Luciana Benotto concentra la propria attenzione, si svolge nell’arco di cinque anni, dall’aprile del 1380 al dicembre del 1385, e narra le vicissitudini di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, figlio di Galeazzo II Visconti e di Bianca di Savoia, detto Conte di Virtù dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dalla prima moglie Isabella di Valois.
Si tratta di un periodo caratterizzato da tensioni fra i vari membri della potente famiglia Visconti, soprattutto fra Gian Galeazzo e lo zio Bernabò, Signore di Milano:
“Nel 1830 lo Stato più esteso dell’Italia settentrionale era quello visconteo. Esso era diviso tra il mite e colto figlio di Galeazzo II, il ventinovenne Gian Galeazzo, che ne governava la parte occidentale, e suo zio Bernabò, all’epoca sessantunenne e noto per la sua efferata crudeltà, che governava quella orientale. Quest’ultimo, spesso e volentieri, si intrometteva nella gestione politica del nipote e nella sua vita privata, mentre Gian Galeazzo sopportava pazientemente l’ingerenza del temibile parente in attesa del momento propizio per vendicarsi e liberarsi di quel pesante giogo”.
Nella descrizione di matrimoni combinati, cacce al cinghiale, fortezze e residenze, giochi di potere, spie e tradimenti, amori, mogli, amanti, figli legittimi e illegittimi, feste e ricchi banchetti, impennate meteorologiche, presentimenti e segni divini, si insinua il mistero della morte del figlio del colto Gian Galeazzo, Azzone, suo unico erede maschio: i dubbi sul coinvolgimento dello zio Bernabò influenzeranno in modo significativo il sentimento di rivalsa e di vendetta del nipote.
Anche in questo romanzo, Luciana Benotto si rivela instancabile e precisa nella tessitura di scenari: luoghi storici che oggi ritroviamo cambiati dal tempo, ma nei quali si colgono ancora i fasti della Lombardia dell’epoca, qui descritta nelle più diverse condizioni climatiche.
Con gli intrighi, gli abusi e le violenze che si consumavano entro e fuori le mura di fortezze a castelli – senza mai però indugiare morbosamente sui dettagli più macabri –, l’autrice racconta le superbie, le bizzarrie e la vanità dei potenti dell’epoca: particolarmente diabolico appare Bernabò, sia sul versante della crudele tirannia, sia sul versante dell’edonismo, dell’eresia e delle stramberie, come la passione per i cani, allevati nella Ca’ di Can o dati “in affido” ai sudditi perché fossero nutriti e curati, con pene severissime per chi non li avesse trattati bene.
Pur non mancando antiche credenze e superstizioni, la narrazione rimane fedele alla realtà e ai personaggi storici, anche se ai nobili protagonisti realmente vissuti, si aggiungono originali comprimari appartenenti al popolo. Essa è caratterizzata, non solo da un linguaggio elegante, poetico ed arricchito da citazioni erudite, ma anche dalla sapiente orchestrazione di situazioni annunciate, riprese e sviluppate in tempi diversi.
A ciò si aggiunge il gusto per i dettagli, colti nella descrizione degli abiti, della vegetazione, della forma e delle decorazioni degli edifici, dell’uso di antichi utensili, dei cibi, dei vini e di portate dal sapore perduto.
Il merito di “A bon droit. Il piacere della vendetta” è dunque proprio quello di far riscoprire Milano, i suoi dintorni e il suo passato, in forma romanzata – quindi più accessibile ai lettori, ma senza stravaganti trovate – e, soprattutto, un personaggio forse ancora non molto noto, un visionario, che aveva precorso i tempi, Gian Galeazzo Visconti,
“il signore di Milano che sognava la corona d’Italia”.
A bon droit. Il piacere della vendetta
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