Il club del libro e della torta di bucce di patate di Guernsey di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows

Una collaborazione originale, dovuta a tragiche circostanze, quella che ha portato alla stesura di “Il club del libro e della torta di bucce di patate di Guernsey”, questo romanzo epistolare, classico nel genere, divertente e scoppiettante nello stile, serissimo nella ricostruzione di un momento storico e di un luogo, le isole del Canale della Manica, poco indagato. Si tratta della scrittrice americana Mary Ann Shaffer, libraia ed editor, il cui sogno di pubblicare un romanzo era stato reso possibile da un caso fortuito: era stata bloccata dalla nebbia nell’aeroporto di Guernsey, al largo della Bretagna, negli anni Settanta, e si era procurata una ricca documentazione su quanto era successo nell’isola durante i lunghi anni della occupazione tedesca, dal 1940 fino alla fine della guerra. Il libro era nato, ma la scrittrice non aveva potuto terminarlo per le condizioni di salute improvvisamente aggravatesi. Il romanzo era stato portato a termine dalla nipote, anche lei scrittrice, Annie Barrows, che firma anche la postfazione, affermando:

“La cosa meravigliosa dei libri – e la cosa che li rese un tale rifugio per gli isolani durante l’occupazione – è che ci portano fuori dal nostro tempo e spazio e conoscenza, e ci trasportano non solo nel mondo della storia ma anche nel mondo dei nostri compagni di lettura, che hanno a loro volta delle storie”.

È proprio qui il centro del libro: durante l’occupazione tedesca dell’isola, durata a lungo, gli abitanti, ridotti alla fame, avevano creato un club di lettori, per riunirsi intorno alla lettura condivisa dei pochi volumi presenti nell’isola, e condividendo il pochissimo cibo a disposizione: ne era nata anche una sorta di torta, fatta con le bucce di patate, da cui il nome bizzarro del club. Le lettere che si scambiano i protagonisti, la giornalista di successo Juliet Ashton, il suo editore londinese e caro ed amico Sidney Stark, saranno poi completate dagli abitanti di Guernsey, con cui Juliet è entrata casualmente in contatto tramite un libro, quello di Charles Lamb appartenuto alla stessa Juliet, che un abitante dell’isola, lo schivo e timido Dawsey Adams, si era trovato fra le mani. Il rapporto di amicizia, amore, passione, condivisione che si instaura tra Juliet, che decide di scrivere il suo libro raccontando le peripezie vissute dai suoi abitanti tra il 1940, quando le truppe tedesche avevano occupato l’isola, e molti degli abitanti di Guernsey, parte dal gennaio 1946.
La londinese frivola, corteggiata da un ricco editore americano che vorrebbe sposarla, la giornalista leggera ed intraprendente, finirà per innamorarsi di un’isola poco conosciuta, dei suoi abitanti stravaganti, del loro recente e del tutto sconosciuto tragico passato.

Un personaggio domina la narrazione, Elizabeth, una donna solare e generosa che aveva aiutato un ragazzo polacco schiavizzato dai tedeschi, e per questo era stata arrestata, deportata a Bergen-Belsen, giustiziata alla fine della guerra. Di lei resta sull’isola la piccola Kit, una bimba di quattro anni, avuta da Elizabeth da un ufficiale tedesco di cui si era innamorata, morto anche lui in missione. Così, tra ricordi recenti della Shoah, voglia di ricostruire tessuti umani, sociali e familiari stracciati, la figura di Juliet Ashton assume grande spessore, così come molti dei personaggi che scrivono e ricevono lettere in questo romanzo che mi viene da definire delizioso, anche se l’aggettivo non è esaustivo della ricchezza che emerge dai racconti e dai sentimenti descritti.

Librai, editori, scrittori, lettori, libri, bibliomani, tutti troveranno in questo racconto una parte delle proprie passioni, raccontate con eleganza dalla penna leggera delle due autrici, che in una insolita staffetta sono riuscite in un’impresa ardua. Le parole di Mary Ann Shaffer che affida alla nipote la conclusione del suo libro sono illuminanti:

“Spero che queste pagine illustrino la mia convinzione che l’amore per l’arte – sia essa poesia, narrativa, pittura , scultura o musica – mette le persone in condizione di trascendere qualunque barriera l’uomo riesca ad escogitare”.