Il caffè delle donne di Tamimi Widad

E’ possibile conciliare due culture completamente diverse? E’ possibile raggiungere un equilibrio tra due mondi così lontani o si è costantemente alla ricerca delle proprie origini, delle proprie radici? Queste sono le riflessioni che suscita Il caffè delle donne di Tamimi Widad (Mondadori, 2012), un romanzo così ricco, profondo, coinvolgente e vero.

Qamar vive in Italia, ma durante la sua infanzia ha sempre trascorso le sue estati in Giordania ospite della famiglia musulmana del padre. Qui trascorreva le giornate con le donne di famiglia imparando l’arte della cucina, gustandone i sapori speziati mediorientali e scoprendo un rituale tanto invitante e suggestivo, il rituale del caffè pomeridiano, durante il quale le donne della casa si riunivano nel salotto scambiandosi confidenze e sorseggiando la bevanda profumata, preparata con particolare dedizione; dopo aver gustato il caffè si usava leggerne i fondi per conoscere il proprio destino.

La condizione femminile nei paesi arabi è stata sempre per me oggetto di discussione. Mi stupisce la sottomissione della donna all’uomo, la sua impossibilita di scelta sotto tutti i punti di vista, persino sentimentale. La famiglia sceglie lo sposo, colui che dovrà essere al suo fianco per tutta la vita e non importa se non c’è amore o se l’uomo è un violento, la donna deve sposarlo ancora bambina. Qamar naturalmente vivendo in Italia non si trova in questa condizione, anzi la sua unione è soddisfacente e lei è molto innamorata del suo compagno, fino al momento in cui un evento molto spiacevole va ad incidere notevolmente sul loro rapporto.

Quando un amore è molto grande, quando il rapporto è molto stabile, si può superare qualsiasi ostacolo? Quando i problemi si affrontano insieme e si condividono oltre alle gioie anche sofferenze e i dispiaceri, il rapporto d’amore cresce, si fortifica o può subire un crollo, una rottura? Queste e altre riflessioni suscita questo romanzo che riesce ad essere leggero e al contempo molto avvincente.