Navi, porti, bordelli. Vita di marinaio. Dall’Adriatico al Sudamerica
- Autore: Giacomo Scotti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Ha vissuto una vita sul mare, dall’età di tredici anni ai settantatré, eppure la superficie azzurra sconfinata l’aveva vista per la prima volta solo dopo la scuola elementare. È il protagonista di “una storia che sembra più interessante di un romanzo, ma non è un romanzo”, come lo scrittore Giacomo Scotti anticipa nelle prime battute del suo Navi, porti, bordelli. Vita di marinaio. Dall’Adriatico al Sudamerica, pubblicato a giugno 2019 da Oltre Edizioni, casa editrice della marinara Sestri Levante.
Sebbene nato a Saviano (Napoli) nel 1928, l’autore ha raggiunto da ragazzo il confine dell’Italia orientale, per trasferirsi nel 1947 nella ex Jugoslavia, vivendo in Istria e a Fiume. Nel 1982 ha poi ristabilito la sua residenza in Italia, prima nel paese d’origine e poi a Trieste, dove Italia e Croazia si incrociano, tessendo intensi rapporti culturali.
Imponente, intanto, la produzione letteraria di Giacomo Scotti: poesie, romanzi, racconti, favole per ragazzi e testi di storia politica del secondo dopoguerra in Jugoslavia. È critico letterario, traduttore dalle lingue slave e giornalista.
È un nomade anche Drago (o James, secondo le identità che questo personaggio conradiano assume nella vita), ma non girovaga nei generi letterari, il suo habitat è il mare, anzi, i mari che bagnano tutti i continenti, con più di un’incursione sulla terraferma.
Attraverso le sue avventure nel mondo, qualche volta spiritose altre drammatiche, si rilegge l’intera storia del Novecento, un periodo storico intenso come mai prima.
Il marinaio dalmata incrocia conflitti mondiali e rivoluzioni, regimi e dittature, guerre civili e colpi di stato, crisi politiche e crack economici planetari.
Questo personaggio inventato, esasperato o realistico che sia, si ispira a un uomo realmente esistito, che ora riposa nel cimitero di Fiume, porto d’approdo dove si era stabilizzato e aveva messo su famiglia, nell’ultima parte di nove decenni di una vita lunga e spericolata.
Scotti ricorre all’artificio letterario dell’incontro con un anziano lupo di mare, che gli chiede insistentemente di collaborare a raccontare le sue esperienze.
Lo conobbi quando venne ad abitare, da pensionato, nel quartiere in cui anch’io avevo l’abitazione. Avemmo e lunghi colloqui. Veniva da me, conoscendomi come giornalista, con l’unico scopo di raccontarmi le sue avventure.
Navi, porti, bordelli è quindi un romanzo (in certi passaggi perfino d’appendice) e allo stesso tempo un libro di storia: ma come si fa a sintetizzare una vita intensissima, spinta dovunque portassero il cuore, i venti e le macchine di una motonave?
Si segue la traccia indicata da Giacomo.
Alla nascita i genitori lo chiamarono Drago, in America visse col nome di James. Ci fu un periodo durante il quale prese un nome russo.
Fin da bambino, aveva deciso con tutte le sue piccole forze di calcare le onde. Signo, nell’entroterra croato, non è una città di mare, ma l’odore della salsedine si era appiccicato addosso al piccolo Drago ascoltando il racconto della tragedia del Titanic dalla mamma, che lo aveva appreso a sua volta con tanta emozione. Il destino triste di passeggeri e naufraghi e il comportamento eroico dell’equipaggio avevano acceso in lui una grande vocazione.
Nel 1921, scontrarsi al ginnasio con la lingua croata è troppo per un non ancora tredicenne italiano. Negli studi non progredisce e chiede al padre l’indispensabile consenso scritto all’imbarco. Deve insistere parecchio con il genitore (severo e benestante), che pur avendo altri progetti su di lui alla fine firma, nella convinzione che il rigore dei superiori possa insegnargli a vivere. Consegnando la sospirata “matricola” della gente di mare, l’ufficiale della Capitaneria pronuncia una frase tra il benevolo, il compassionevole e il minaccioso: “Figliolo, il mare è salato”.
Giovanissimo com’è, Drago non trova facilmente un ingaggio. È quasi alla disperazione quando gli viene indicato il più severo ispettore della Navigazione Dalmata. Il temutissimo “cane arrabbiato” compie il miracolo: con tono burbero spedisce il mozzo-bambino al servizio di cucina sul piroscafo Mosor. Ha visto in lui qualità insospettabili.
Mal di mare e vomito sono compagni di primo imbarco, ma le cose cominciano ad andare meglio dal secondo. “Camarotto” sul Vis, tuttofare sul veliero Radnik, allievo della scuola della Marina da Guerra jugoslava... è vita dura, disciplina severa, sono pressioni psicologiche pesanti per un ancora ragazzino.
Il congedo per debole costituzione fisica lo restituisce alla strada civile, dopo diciassette mesi che gli servono da servizio di leva, ma lo avviano anche alla sua vita straordinaria.
È stato Drago in Jugoslavia, diventerà James nel mondo anglosassone e sarà disertore, fuggitivo, non onorerà i contratti, ne farà di cotte e di crude. Vivrà esperienze d’ogni genere, naufragi, combattimenti, agguati, pericoli, gli sarà fedele una donna col taglio degli occhi a mandorla.
Il mare è un viaggio nel mondo attraverso asprezze e sacrifici. Un granello di saggezza: meglio vedere una volta che cento volte ascoltare.
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