Olocaustico
- Autore: Alberto Caviglia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giuntina
- Anno di pubblicazione: 2019
Possibile che il dilagare delle fake news possa in un prossimo futuro cambiare la storia, la vita, i valori degli abitanti dell’intero pianeta? È quanto ha tentato di immaginare Alberto Caviglia nel suo dissacrante e caustico romanzo ambientato a Tel Aviv nel 2024. Il titolo, Olocaustico (Giuntina, 2019), è già un preludio al contenuto del libro, ovviamente inventato, ma nondimeno plausibile e assolutamente allarmante.
Il protagonista si chiama David, è un giovane ebreo romano che, presa la maturità, invece di partire per l’ovvio interrail, su consiglio della possessiva ed invadente madre Sara, passerà qualche mese in Israele per apprendere l’ebraico. Il suo soggiorno diviene stabile, perché fallito il tentativo di proporre il film che vorrebbe girare, “La lucertola mutante”, si adatta a fare da regista ad interviste che il Museo di Yad Vashem commissiona per conservare la memoria della Shoah agli ultimi sopravvissuti, ormai in estinzione. Quando però l’ultimo testimone muore, la direzione del museo licenzia il gruppetto di giovani cineasti, costretti a trovare altri modi per sopravvivere. David è troppo appassionato di cinema per abbandonare il suo sogno, e decide una mossa spericolata: un homeless che vive nei paraggi, Mordecai, diventerà l’ultimo convincente testimone. Imparerà la parte, avrà il tatuaggio col numero, parlerà della sua tragica esperienza nel campo di Kromlinow, deportato dalla città di Orla, luoghi di fantasia. Ma la messa in scena cinematografica è talmente perfetta, e David un regista così abile, che il film risulta valido, addirittura uno scoop per lo Yad Vashem che sembrava ormai aver terminato la sua funzione di registrazione delle memorie. David diventa famoso, riconosciuto, e la sua troupe di amici felice di aver collaborato a un’operazione così falsa e così verosimile.
Nella seconda parte del libro la situazione si rovescia, perché la falsificazione della realtà porta a inimmaginabili conseguenze negative. Ecco allora che l’autore riesce con continui colpi di scena e ribaltamenti della realtà a prefigurare scenari nei quali verità e menzogna, veicolati dai mass media e soprattutto dalla rete, divengono il vero motore del cambiamento epocale di valori consolidati, di realtà acquisite, di pezzi di storia conosciuti ed elaborati dal sentire collettivo. L’aspetto più piacevole del libro, assolutamente originale nell’impostazione, è il sarcasmo che lo pervade, l’ironia che sollecita nel lettore un’attenzione a decifrare quando si scherza e quando si è seri.
Il tabù dell’inviolabilità della Shoah diventa qui un modo intelligente di sbarazzarsi di pregiudizi, di affrontare l’età contemporanea con i suoi mezzi tecnologici globalizzati come una minaccia alla verità, che diventa quasi un optional, mediata da abili manipolatori che agiscono senza possibilità di controllo.
Se non fosse troppo lungo, Olocaustico sarebbe un libro da far leggere agli studenti delle scuole, sempre chini sui loro smartphone visti come unici dispensatori dell’informazione. David è un romano simpatico, casinaro, tifoso della Roma e di Totti, intelligente, innamorato del cinema e di Sharona: rischierà di perdere tutto ciò a cui tiene, ma l’autore lo aiuta (e aiuta anche noi lettori) a ristabilire un giusto equilibrio dei valori in gioco per una convivenza accettabile nel futuro prossimo da lui abilmente immaginato.
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