Dal proprio nido alla vita
- Autore: Fabio Strinati
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2016
Fabio Strinati è un poeta, pianista e compositore. Scopro, nel conoscerlo, che la poesia e la musica sono gli elementi essenziali della sua formazione classica. Avido lettore, appassionato di letteratura e dello studio del pianoforte, si è diviso tra le sinfonie di Mozart, Chopin, le tecniche pianistiche di Horowitz, Baremboin, e l’ascolto delle liriche di Bob Dylan, Leonard Cohen, Fabrizio de André. Due grandi arti, musica e poesia, che si accompagnano da millenni, una liaison tra le due forme artistiche che è sempre esistita.
“Dal proprio nido alla vita” è un testo di prosa poetica composto dopo aver letto e riletto più volte la scrittura di Gordiano Lupi in “Miracolo a Piombino”. Nella sua prefazione il giovane autore marchigiano ci svela quanta ispirazione ha tratto dalla lettura del libro di Lupi che definisce un romanzo perfetto, a tal punto da prendere la penna e porre su carta le sensazioni e le emozioni che lo avevano affascinato. “Un’opera derivata”, così spiega il suo ultimo lavoro.
“Dal proprio nido alla vita”, componimento originale ed intenso, racconta in versi il tempo, la natura, le stagioni della vita, in particolare l’adolescenza, emblema di una profonda solitudine, con il suo periodo di angosce, disperazione e sentimenti.
Ho sempre desiderato essere una rondine,
una di quelle rondini che sanno affrontare la vita…
una rondine è elegante, e vede il cielo
come un aldilà facilmente raggiungibile, anche se distante.
La distanza, è quel metro virtuoso che separa ed unisce
la fanciullezza dalla maturità
È nel desiderare di essere una rondine, simbolo di una migrazione nel tempo e nello spazio, e del viaggio che affronta, che l’autore manifesta tutta la sua inquietudine; una metafora del cambiamento e della libertà. Testimone insieme al paesaggio, alla montagna (Monte Corsegno) e ai vari elementi della natura, il cielo, il vento, il freddo, dell’influsso dei crepuscolari e delle letture leopardiane e d’annunziane in un poema di grande sensibilità.
“Ho sempre pensato che la poesia, avesse potuto in qualche modo aiutarmi nei momenti più difficili della mia vita! Ho sempre pensato di essere vecchio: un vecchio, dentro un corpo giovane. Per questo ammiro le rondini; mi danno quel senso di eterna giovinezza, di apollinea fanciullezza che parte da dentro, che ha origine dai meccanismi naturali della natura”.
Con il suo linguaggio onirico e poetico l’autore affronta il suo percorso. Un’analisi profonda dentro di sé, alla ricerca della propria identità attraverso sguardi interiori, ricordi, che dalla fanciullezza lo hanno condotto a divenire un uomo adulto, il passaggio dal gelo dell’inverno al sole che ha illuminato il cielo e riscaldato l’anima. Una introspezione nella quale ha vissuto il dolore, ha urlato la giovinezza e intesa la morte.
“Venivo da un momento della mia vita, molto strano, la confusione si era impossessata di me
Lo smarrimento albergava dentro di me
Non avevo forza, non avevo coraggio…
lo ricordo come se fosse ieri; ero più silenzioso di un fiocco di neve quando tocca per terra.
Ero un periodo strano, non avevo identità
Io ero un’anima debole, un nido di paglia e di cereali”
Immagini, suoni, suggestioni nel cercare se stessi e nel ritrovare la propria casa, il luogo inseguito nel tempo, “il proprio nido”. Versi che abbracciano la vita, giungono nel profondo ed entrano nel cuore di chi legge.
Dal proprio nido alla vita
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