Il quaderno dell’amore perduto
- Autore: Valérie Perrin
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il quaderno dell’amore perduto” (Nord, 2016, titolo originale Les oubliés du dimanche, traduzione di Giuseppe Maugeri) è il romanzo d’esordio di Valérie Perrin, autrice francese che lavora da sempre nel mondo dell’arte e per anni è stata fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi.
“Mi chiamo Justine Neige. Ho ventun anni. Lavoro da tre anni alla casa di riposo ‘Le Ortensie’. Faccio l’aiuto infermiera. Amo due cose la musica e la terza età”.
La giovane infermiera viveva a Milly, piccolo paese di circa quattrocento abitanti, “per trovarlo sulla carta geografica serve una lente d’ingrandimento”, sito nel centro della Francia. Justine abitava con i nonni paterni, “sono cresciuta con la terza età” e il cugino più piccolo Jules, il quale dopo la maturità si sarebbe trasferito a Parigi, perché vuole diventare architetto. I genitori di entrambi i cugini erano morti in un incidente stradale quando loro erano piccoli
“Prima della loro morte, non ricordo niente”.
I nonni, dopo la scomparsa dei due figli gemelli Christian e Alain, si rifiutavano di evocare il passato evitando di parlare di quello che era accaduto. Justine e Jules, erano stati cresciuti “indossando abiti fuori moda e senza sculacciate né ceffoni”, dai nonni. Il nonno Armand “è così lontano dal mondo” taciturno e triste, trascorreva buona parte del giorno leggendo il giornale e la nonna Eugénie, la quale soffriva di depressioni croniche, aveva tentato più volte il suicidio. L’amore per gli anziani era nato in Justine quando a dodici anni era andata con la scuola a visitare un ospizio. La perspicace Justine intuendo il loro bisogno di compagnia e affetto
“si diventa vecchi quando inizia la solitudine”
apprezzava la capacità degli anziani di raccontare storie meglio di chiunque. Alle Ortensie la sua storia preferita era quella narrata da Hélène Hel, la quale aveva gestito il bistrot sulla piazza della chiesa di Milly, chiamata dal personale “la donna della spiaggia”, perché “sta tutto il giorno in spiaggia, sotto l’ombrellone”. Dal suo arrivo, un gabbiano aveva eletto il tetto dell’edificio come proprio domicilio. Un sabato su tre Justine andava a ballare al Paradis, per sentirsi giovane, per truccarsi, per ubriacarsi e rimorchiare. Spesso Hélène riceveva la visita del nipote Roman, occhi azzurri come il mare e voce calda e rassicurante, il quale aveva colpito la sensibile Justine. Da qualche settimana i parenti dei familiari dei “dimenticati della domenica” ricevevano misteriose e inquietanti telefonate in cui apprendevano la morte, non accaduta in realtà, dei loro congiunti. Come se qualcuno tenesse il conto delle visite ricevute dai residenti per ricordare ai parenti poco solerti di
“riempire le stanze che non hanno mai visto un fiorellino”.
Valérie Perrin, alternando la storia di Hélène alla voce della sua narratrice, compone una trama emozionante e avvincente, dove il grande amore di Hélène e Lucien rivive attraverso le pagine vergate da Justine. Scoprire il passato dell’anziana signora diventa un modo per Justin di ripercorrere quello dei suoi genitori e per affrontare il futuro con più serenità. Valérie Perrin indagando il mondo degli anziani, dimostra di conoscere bene le loro sensazioni e l’importanza del ricordare in un periodo della loro vita, in cui il presente sembra non donare molte aspettative.
“Sono andata a comprare un quaderno da Père Prost. Non avevo voglia di scrivere Il romanzo di Hélène sul computer, perché intendo portarmelo appresso, nella tasca del camice”.
Il quaderno dell'amore perduto
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