Il ragazzo misterioso. Il maritozzo con la panna di Antonella Mei

“La gentilezza unisce e crea felicità” è il sottotitolo di Il ragazzo misterioso. Il maritozzo con la panna (Alpes 2023, Collana “In cammino con le fiabe per… crescere”, Prefazione di Stefania De Angelis, Postfazione di Roberto Latella, Illustrazioni di Nada Salari) della scrittrice di romanzi, racconti e fiabe Antonella Mei, laureatasi con lode in Lettere e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma. Il libro di fiabe ha un’ampia appendice contenente curiosità e schede didattiche sul valore della gentilezza.

Il ragazzo misterioso

“Federico non aveva affatto voglia di andare a quella festa di classe e, poi, era venuto a sapere che era anche in maschera. E lui, una maschera, non ce l’aveva…”
“Ti posso dare una delle mie”.

Il fratello Giacomo, di tre anni più grande, si era gentilmente offerto di prestargliene una: le teneva custodite, con molta cura, in un armadio tutto suo da quando era piccolo. E ne era gelosissimo. A casa e a scuola, stavano insistendo un po’ tutti, affinché andasse a quella festa cercando ogni pretesto per convincerlo, conoscendo la sua timidezza. Pressato da familiari e amici, Federico, alla fine, aveva deciso di andarci. Il ragazzino aveva scelto il vestito da Superman: il completo rosso fuoco era corredato da bellissimi guanti, la maschera per il viso e perfino gli stivali! In verità il vestito gli stava un po’ stretto, però dentro a quel costume si sentiva bene donandogli una sensazione di sicurezza. Purtroppo alla festa avrebbe partecipato anche Gianni, un compagno di scuola classico bulletto antipatico, che, oltre a provocare i suoi compagni, dava fastidio in continuazione alle ragazzine che incontrava, mettendole in imbarazzo con stupide battutine. Nonostante fosse poco socievole, Federico non poteva non intervenire in loro difesa sentendosi in dovere di proteggerle.
Il giorno della festa era arrivato e l’invitato si apprestava a suonare il campanello.

Il maritozzo con la panna

“Aveva 13 anni e mezzo Francesca quando aveva preso, per la prima volta, l’autobus”.

Un po’ di paura ne aveva, ma sua mamma si era preoccupata di rassicurarla dicendole che sarebbe stato divertente. Però la mamma, inavvertitamente, le aveva dato un biglietto scaduto e, così, Francesca, appena salita sull’autobus, si era trovata all’improvviso in difficoltà. Ma aveva sperimentato subito quanto fosse bello il senso della comunità, la fratellanza, perché un ragazzo indiano, un po’ più grande della sua età, vedendola inebetita e incredula di fronte alla vidimatrice, le aveva gridato di scendere appena possibile. Dopo essere scesa la studentessa aveva comprato un biglietto in una tabaccheria. La mamma stava attraversando un momento difficile e la premurosa figlia aveva deciso di confortarla con l’acquisto di un buonissimo dolce romano.

“La gentilezza è una scelta di vita che crea felicità. Questo è il messaggio che ho voluto trasmettere attraverso i due racconti che ho scritto”

scrive l’autrice nell’Introduzione del piccolo, ma prezioso libricino.
Messaggio pienamente accolto, perché si è perso il valore della cortesia e del rispetto. Dunque ben accette le pagine dense di contenuti dei due racconti, che, rivolti a piccoli e adulti, aiutano a imparare e ricordare che un sorriso non costa nulla.

“La gentilezza va applicata, in primo luogo, verso sé stessi, ci deve aiutare a uscire da una società della performance, nella quale contiamo qualcosa solo se primeggiamo o appariamo”. Roberto Latella