Una ragazza fra le spie di Clementina Galli

Quando ero bambina adoravo i romanzi della casa editrice Malipiero, che comprendevano libri dell’Ottocento e opere di scrittrici e scrittori contemporanei, attenti alle novità.
Fra questi ultimi, Una ragazza fra le spie (1969) di Clementina Galli è uno dei primi titoli che mi tornano in mente. Il romanzo è particolare, perché racconta di una giovane quindicenne, Delly, che vive in un paese del Sud Italia con la nonna, la zia e la cugina, in una grande casa, riconosciuta segno di ricchezza. Delly è orfana del padre, mentre la madre è stata allontanata dalla famiglia per uno scandalo. Alla fine, riuscirà a tornare ai suoi cari.

Delly è corteggiata da Antonio, giovane venticinquenne che sembra intenzionato a sposarla quando la ragazza sarà più grande. Intanto, in paese, giungono degli stranieri che sembrano legati a una misteriosa organizzazione spionistica (siamo ai tempi della Guerra Fredda) e Delly, ancora più bambina che donna, sembra incuriosita e comincia a seguirne i movimenti. Sarà proprio la sua curiosità a metterla in pericolo, ma non voglio svelare oltre.

Il lieto fine è assicurato, ma, ad anni di distanza, trovo interessante sottolineare il fatto che in un’epoca, gli anni Sessanta, ancora piuttosto tradizionalista, una ragazza potesse muoversi con tanta disinvoltura all’interno di un romanzo, senza scivolare sul versante ammiccante e passivo da Bond girl.

Delly, per come la descrive l’autrice, sembra un vero e proprio maschiaccio. Rappresenta una ragazza moderna, spigliata e indipendente, ben lontana dal modello di madonnina infilzata ben rappresentato dalla cugina Chiaruccia.

Il vento dell’emancipazione stava arrivando e Clementina Galli se ne accorge con Una ragazza fra le spie.

In sostanza un’opera da leggere come nostalgia di un tempo che fu.