Aveva un volto bianco e tirato. Il caso Re Cecconi
- Autore: Guy Chiappaventi
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Tunué
- Anno di pubblicazione: 2016
L’Italia era Far West: si sparava come niente fosse, dappertutto. Si sparava per politica, si sparava per azioni di delinquenza comune: nessuna cesura tra i film a mano armata con Maurizio Merli e la realtà degli anni Settanta. Il 1977 è stato l’anno più oscuro. Il computo eversivo racconta 2128 attentati, 32 persone gambizzate, 11 assassinate: se la polizia non può sparare (non è vero ma recita così il sottotitolo di Milano odia, noto poliziottesco dell’epoca) ci pensa il comune cittadino che sulla scia di Nino Manfredi de Il giocattolo si inventa compiaciuto castigamatti dalla parte dei Buoni. Il cittadino si ribella (altro film mutuato dalla nera) e spara altezza uomo. Un’interpretazione troppo zelante del diritto alla legittima difesa. Il biondissimo centrocampista della Lazio Luciano Re Cecconi muore così: simula una rapina in un buco di gioielleria e l’orafo Bruno Tabocchini lo uccide centrandolo al petto. Sta finendo il 18 gennaio settantasette, e sta finendo nel peggiore dei modi.
Avevo tredici anni quando è successo. Contrariamente al gioielliere pistolero, seguivo il calcio attraverso le partite alla radio e la raccolta di figurine: per quanto mi riguarda Re Cecconi era un volto conosciuto (il fatto che avesse i capelli tanto biondi, peraltro, aiutava) e ho pianto quando mi hanno detto della sua morte assurda. Sembra che per scherzo avesse pronunciato la frase canonica «fermi tutti è una rapina», e che Tabocchini non ci avesse pensato su a sparargli contro.
Poteva succedere (e succedeva spesso) all’epoca dei fatti, che finisse in sparatoria nelle gioiellerie prese di mira dai banditi. Solo che Re Cecconi bandito non lo era, e nemmeno tipo da burle improvvisate, se è per questo. I perché senza risposta che attanagliano il giornalista Guy Chiappaventi al punto da indurlo a scrivere questo bellissimo “Aveva un volto bianco e tirato. Il caso Re Cecconi” (Tunué, 2016) sono dunque anche i miei. Come si legge nel prologo
“Perché un giocatore, giovane, bello, ricco e famoso, con due figli piccolissimi e una moglie di ventiquattro anni, una nuova casa appena comprata in un comprensorio signorile di Roma Nord (…) dovrebbe mettersi a fare uno scherzo così pericoloso e così idiota in un budello di negozio, una gioielleria di due metri e mezzo da una parete all’altra, con dentro nove persone, tra cui tre bambini?”
Credo che il caso (compresa la clamorosa assoluzione dell’orefice al primo grado di giustizia) non possa spiegarsi che con il clima di tensione dell’Italia anni Settanta. “Aveva un volto bianco e tirato” è, anche in tal senso, un saggio-inchiesta chiarificatore: girovaga magistralmente intorno ai fatti di quel 18 gennaio, le vite dei due protagonisti – il calciatore e il suo assassino –, i personaggi di contorno (testimoni, avvocati, compagni di squadra, eredi di quella stagione), la cronaca (nera, sportiva, di costume) del tempo. Gli esiti sono puntuali e molto alti, in quanto l’inchiesta non difetta di fonti (stralci di giornale, atti processuali, interviste), rievocando una delle pagine più paradossali (e al contempo emblematiche) della storia insanguinata della nazione.
Aveva un volto bianco e tirato. Il caso Re Cecconi
Amazon.it: 14,15 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Aveva un volto bianco e tirato. Il caso Re Cecconi
Lascia il tuo commento