A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo di Massimo Recalcati

Ancora un libro antologico, un libro da leggere sfogliandone le pagine alla ricerca attenta di argomenti che attraggono per la loro intensità evocativa.

Articoli tratti dal quotidiano la Repubblica e raccolti nel volume A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo (Feltrinelli, 2023) da Massimo Recalcati dal lontano maggio 2011 al recentissimo dicembre 2022 e che accompagnano l’evolversi di una società sempre in crisi.

Una crisi che genera ribellione e sofferenza in chi legge i traumi individuali e collettivi con lo sguardo di psicanalista, senza peraltro abusare della sua strumentalizzazione clinica.

Come lettori siamo agevolati dalla scansione antologica degli argomenti (in un volume di circa quattrocento pagine), mi soffermo in particolare su problematiche che riguardano la figura del padre che nella contestazione giovanile del ’68 vede perdere l’autoritarismo patriarcale che Lacan con un’espressione efficace definisce “la sua evaporizzazione”.

Paternità “afona” che si riflette nel valore simbolico delle istituzioni e del mondo della società civile. Ancora una volta Telemaco viene riproposto da Recalcati come il simbolo del figlio che non vuole rinunciare al ritorno del padre eroe.

Leggo con interesse gli articoli che trattano problematiche femminili come la violenza che disumanizza il corpo della donna riducendolo a mero strumento di godimento.

La donna che non è solo l’incarnazione del limite ma anche l’incarnazione di tutto ciò che non si può disciplinare, per l’uomo ha una chiara matrice razzista specie se interpretiamo il razzismo, come ci invitava a fare Lacan, come l’espressione irriducibile nei confronti della libertà dell’Altro. Proprio per questo le donne possono essere l’oggetto di una violenza inaudita.

Ritorna l’immagine della strega simbolo del carattere anarchico e indomabile della femminilità che rifiuta di adattarsi alla rappresentazione patriarcale della donna come custode del focolare e madre premurosa.

La famiglia e la genitorialità - che la cultura di destra identifica con quella naturale - per Massimo Recalcati è al di là delle leggi della natura, non vive d’istinti ma si nutre della luce della parola.

“Non è sufficiente uno spermatozoo o un ovulo per generare davvero un figlio, né per fare un padre o una madre.”

“Quello che fa davvero la differenza è la legge dell’amore e non la legge della natura.”

“C’è padre, c’è madre, c’è famiglia non perché c’è continuità di sangue o differenza anatomica tra i partner ma perché c’è dono, amore per l’eteros del figlio, assunzione di una responsabilità illimitata, esperienza incondizionata dell’accoglienza”.

Il volume è articolato in due macro sequenze: la prima tratta gran parte dei fenomeni che hanno riguardato la società dell’ultimo decennio travagliato da crisi finanziarie, terrorismo, pandemia e guerra dispiegate nel giro di un tempo storico brevissimo che hanno precarizzato la psicologia individuale e sociale degli individui.

La seconda parte dedicata all’analisi di alcune figure che hanno caratterizzato la vita politica degli ultimi vent’anni.

Berlusconi e le sue famose notti di Arcore che ha incarnato la natura inconscia del fantasma maschile, Grillo animato dal fantasma della purezza che accompagna tutti i rivoluzionari e che si proclama fuori da ogni gestione partitocratica del potere. Renzi e l’odio che scatena perché osa introdurre cambiamenti che rischiano di minare la sua identità ideologica. E poi Salvini, Sergio Mattarella, Mario Draghi, il presidente ucraino Zelens’kyj.

Il nuovo libro di Recalcati, che si presta a una lettura non necessariamente lineare, è una fonte inesauribile di informazioni che aiutano chi legge a formarsi culturalmente e comprendere le dinamiche che hanno animato l’epoca breve, ma intensa, in cui siamo ancora immersi.