Convertire la pulsione? Sul processo di soggettivazione nell’esperienza dell’analisi
- Autore: Massimo Recalcati
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
Convertire la pulsione? Sul processo di soggettivazione nell’esperienza dell’analisi di Massimo Recalcati (Paginaotto, 2020) è un libro nato da trascrizioni del 3° ciclo delle lezioni orali del seminario permanente di studi lacaniani tenuto presso l’IRPA, Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata, che ha come principale riferimento dottrinale l’insegnamento di Jacques Lacan e della sua Scuola. Ancora una volta Recalcati si fa portavoce di un discorso psicanalitico non solo per addetti ai lavori, ma anche per chi fosse solo interessato alla psicanalisi, proponendosi come divulgatore piuttosto che come specialista tra specialisti:
“L’intento è quello di riflettere a voce alta su un punto strategico e per me vitale del pensiero di Lacan” – dichiara Massimo Recalcati – “applicare il termine conversione alla pulsione.”
La parola conversione da distinguere dalla conversione isterica ma anche dalla elaborazione analitica in senso tradizionale.
La parola conversione ha un eco biblico che richiama le Confessioni di S. Agostino e che Lacan ripropone in maniera laica. La conversione agostiniana è il passaggio ascetico dalla carne allo spirito. Lacan dice che l’esperienza della psicanalisi è finalizzata a produrre una conversione etica che introduce il soggetto all’ordine del desiderio: il desiderio è, secondo Lacan, “la metonimia della mancanza a essere”, “porta con sé una insoddisfazione e un’inquietudine irrisolvibili”.
Desiderare significa aspirare ad avere qualcosa che è sempre sottratto:
“Desiderio come aspirazione perpetua al raggiungimento di una totalità condannata alla frustrazione” “nessun oggetto può placare, soddisfare, totalizzare il desiderio del soggetto che, come tale è senza Oggetto”.
Il desiderio si soddisfa nel desiderio dell’altro, la soddisfazione del desiderio accade solamente nel desiderio dell’altro. La pulsione è il luogo dell’Uno e il desiderio il luogo del Due.
Non esiste desiderio che non sia in rapporto con l’altro, il reale. Da una parte il reale prende le forme della pulsione che si soddisfa autisticamente, dall’altro lato il desiderio umano introduce l’instabilità in seno all’uno e pone il problema di come integrare l’uno e l’altro, cioè l’eccesso e l’eccedenza, il moto e l’istanza, la forza e la forma.
Nella conversione l’analista ha una grande responsabilità, un’analisi diversamente dalla psicoterapia mette il soggetto a confronto con la pulsione o il reale. Convertire la pulsione non è come la intende gran parte della psicanalisi postfreudiana: una emendazione morale della pulsione. Cosa accade quando un soggetto si rivolge a un analista?
“Ciò che vediamo spuntare nella posizione nevrotica è un’invocazione d’aiuto da parte del soggetto per sostenere il proprio desiderio, per sostenerlo soprattutto in presenza del desiderio dell’Altro cioè per potersi costituire come soggetto desiderante” (Lacan).
Questa precisazione di Lacan è essenziale nel senso che il soggetto nevrotico soffre di un eccesso di Altro, dimenticando in questo asservimento se stesso.
Conversione della pulsione quindi non è da intendersi come traduzione dello psichico nel somatico semmai seguendo Lacan, l’obiettivo di un’analisi è quello di "convertire il soggetto all’ordine del desiderio": questa conversione ha come protagonista la pulsione che implica il corpo, la sessualità, la libido la pulsione come moto (forza a moto costante) che porta Lacan a dire che nella pulsione il soggetto è sempre felice, mentre nel desiderio abbiamo l’istanza o aspirazione, trascendenza o apertura verso l’Altro.
La pulsione è un movimento costante che si chiude in se stesso, autistico, autoerotico direbbe Freud. Viceversa il desiderio è un’istanza che si apre verso l’altro. "Il desiderio è agito dalla pulsione" dice Lacan. Nella nevrosi il desiderio è contro la pulsione, il desiderio come difesa dalla pulsione.
Quanto vado dicendo non riassume la ricchezza di questo testo che tratta argomenti non sempre riducibili a un linguaggio elementare, ma fa ricorso a concetti di cui si presume il lettore sia già in possesso: "pulsione e Reale", "traccia", "ripetizione", "ripresa" (vedi i saggi su Elvio Fachinelli), "torsione", "transfert", "sublimazione" etc.
Convertire la pulsione? è un testo di psicanalisi che invitiamo a leggere, adatto a tutti, che nasce dalla trascrizione orale; si sente e lo si legge come se si ascoltasse una lezione in presenza, piacere questo che ci riserviamo di provare ancora quando la Pandemia del Covid avrà cessato di far sentire le sue conseguenze mortifere.
Convertire la pulsione? Sul processo di soggettivazione nell'esperienza dell'analisi
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