Gli Sciuani di Honoré de Balzac

“Chouans”, è il nome che presero i monarchici nella Francia nordoccidentale (Bretagna, Mayenne, Maine, Manche e parte della Normandia), insorti contemporaneamente alla rivolta realista vandeana contro la Révolution française del 1789. Mentre però in Vandea l’insorgenza controrivoluzionaria e restauratrice si estese all’intera popolazione, sollevando l’intero Dipartimento, la Chouannerie ebbe caratteri di guerriglia contro i reparti repubblicani.
Da quel movimento, il grande scrittore e drammaturgo Honoré de Balzac trasse ispirazione per il suo primo romanzo, Les Chouans , del 1829, anche prima opera letteraria firmata in chiaro dal futuro autore di Papà Goriot ed Eugenia Grandet.

Non ebbe tuttavia la notorietà dei capolavori successivi e le Edizioni chietine Solfanelli, del Gruppo Tabula Fati, hanno voluto rieditarla nel febbraio 2023, con il titolo testuale Gli Sciuani (collana “Pandora”, 294 pagine), nella traduzione di Antonella Florio, che ha pure curato la presentazione.
Balzac (Tours, 1799-Parigi, 1850) è stato accanito frequentatore di salotti mondani, amante di diverse nobildonne che realizzavano i suoi desideri di partecipare alla vita aristocratica, nei viaggi intrapresi di frequente anche per sfuggire ai creditori (Italia, Svizzera, Ucraina, Polonia, Russia).
Aveva frequentato la facoltà di legge e lavorava come scrivano in uno studio notarile, quando scoprì la vocazione per la letteratura.
Si cimentò dapprima in scritture teatrali e opere di narrativa popolare, sotto vari pseudonimi, ispirandosi allo scozzese Walter Scott, autore di Ivanhoe, e approdando a questa prima pubblicazione con il suo vero nome che gli valse un certo successo.

A partire dall’anno seguente, la produzione letteraria di Balzac si fece frenetica. S’impegnò nella collaborazione con riviste prestigiose, curò l’edizione dei suoi romanzi più famosi e, dal 1842, cominciò ad analizzare e descrivere la società francese nella dimensione sociale e privata, il grande progetto alla base de La Comédie humaine, cimento monumentale che lo impegnerà fino alla morte.

Gli Sciuani è un romanzo di avventura epica patriottica, in cui lo scrittore di Tour racconta una storia d’amore ricca di incontri e di complicazioni, sviluppata secondo la viva immaginazione dell’autore, ma calata in un contesto storico e geografico effettivo, alla maniera del suo mito Scott, padre del romanzo storico moderno.
Balzac in queste pagine descrive lo scontro tra l’esercito rivoluzionario e gli insorti locali cattolici, senza risparmio di violenze e atrocità da entrambe le parti. L’autore mette in guardia con la sua narrazione dai rischi delle sollevazioni popolari e dai guasti degli estremismi. Ricostruisce compiutamente gli ideali degli Sciuani, pur non prendendo posizione per l’una o l’altra parte.
In questa lotta feroce resta equidistante, in un ruolo da cronista, che riporta i fatti oggettivamente, come se li vedesse svolgersi davanti ai suoi occhi.

Dopo la deposizione del re capeto, la Vandea - nella Francia nordoccidentale - insorse contro la coscrizione obbligatoria, l’arruolamento di tutti i giovani deciso dalla Repubblica rivoluzionaria per affrontare le coalizioni degli Stati dell’Ancient Regime. Da parte della popolazione conservatrice, legata alla Corona, il rifiuto della Rivoluzione fu totale e generale, tanto da spingere il Comitato di Salute Pubblica parigino a inviare truppe nazionali (i Blu) per sconfiggere gli insorti (i Bianchi).
Alla lunga, le armate non annientarono solo gli oppositori combattenti, ma tutto: famiglie, case, campi, animali. Venne perfino cambiato il nome della stessa regione, da Vendée (Vandea) in Vengée (Vendetta).
Negli altri Dipartimenti, la disubbidienza vide in azione ribelli che operavano in clandestinità e il più possibile anonimamente, fronteggiati da milizie repubblicane di arruolamento locale. Perché si chiamarono Sciuani?
Secondo la maggior parte degli studiosi il termine deriva dal taglialegna Jean Cottereau, legittimista noto per il coraggio, soprannominato sciuano dall’abilità nell’imitare il grido della civetta (chouan).

I Bianchi controrivoluzionari volevano ristabilire la monarchia, cancellare la leva e i divieti imposti al culto cattolico. L’emblema degli Sciuani era un cuore sormontato dalla croce, il motto “Dieu et le Roi” (Dio e il Re).
In corso di stesura, Honoré de Balzac intitolò provvisoriamente il romanzo Le Gars , che andando in stampa diventò Les Chouans ou la Bretagne il y a trente ans . Dalla seconda edizione (1834) cambiò in Les Chouans ou la Bretagne en 1799 , integrato nel XIII volume de La Comédie humaine.

Nella presentazione Antonella Florio riassume la trama del romanzo, basato sulla materia storica. Dopo la Rivoluzione Francese (1789), gruppi di fedeli al Borbone si mobilitano contro il governo repubblicano e accendono le ostilità, aiutati dall’abate Gudin, secondo il quale si può salvare l’anima solo combattendo per Dio e per il Re.
Le azioni di guerriglia dei ribelli vengono raccontate con accenti da romanzi delle praterie. L’insurrezione è repressa, ma il sentimento monarchico non si spegne: i conflitti tra i Blu dell’anziano comandante Hulot e i Bianchi Sciuani, capeggiati dal marchese Alphonse de Montauran, detto “le Gars”, perdurano fino all’ascesa di Napoleone Bonaparte a Primo Console (1804).
Si distingue nella vicenda, tra tanti eventi tragici e sanguinari, una donna che appare nel ruolo di seduttrice e diventerà altro: Mademoiselle Marie de Verneuil, giovane agente-spia del capo della Polizia Fouché.

Tanto bella, sensuale e irresistibile, quanto sfortunata nei suoi nobili sentimenti e aspirazioni.

Non è la sola presenza femminile del libro (la rivale Madame du Gua non passa inosservata per le continue trame persecutorie), ma vive in maniera molto romanzesca e romantica le pene di un amore “imperioso e sublime”, contrastato dalle convenzioni sociali del tempo, dalla rivolta in atto, dalle fazioni e dalla missione affidatale da Fouchè: catturare il capo dei ribelli, le Gars.