Gli irriducibili. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini
- Autore: Mirella Serri
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Gli irriducibili (Longanesi 2019) di Mirella Serri, rievoca “I giovani ribelli che sfidarono Mussolini”, come recita il sottotitolo del testo.
“Centinaia, migliaia di giovani, formatisi alla scuola di Gramsci, di Gobetti, di Matteotti, riempiono oggi le prigioni e le isole d’Italia. Un’opposizione nuova, un’Italia nuova è in procinto, silenziosamente, di sostituirsi alla vecchia”.
Il discorso funebre di Carlo Rosselli per Antonio Gramsci, politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario, una tra le maggiori figure della prima metà del Novecento italiano, le cui ceneri si trovano nel cimitero acattolico di Roma, sembra indicare la strada da percorrere a quel gruppo di giovani irriducibili avversari del Duce che osarono sfidarlo.
I libri di storia ci dicono che Antonio Gramsci e l’antifascista Carlo Rosselli, fondatore del movimento “Giustizia e Libertà”, crudelmente perseguitati dal regime fascista fino alla loro morte, perirono a due mesi di distanza l’uno dall’altro, il primo il 27 aprile 1937 a seguito del duro regime carcerario al quale era stato sottoposto, il secondo assassinato in Francia il 9 giugno 1937 con il fratello Nello da una squadra di “cagoulards”, formazione eversiva di destra francese, su mandato dei servizi segreti fascisti. Carlo Rosselli e Antonio Gramsci non persero mai la speranza che un giorno non lontano la loro Patria sarebbe stata una Nazione libera e democratica, una volta eliminata ogni sorta di dittatura.
Gli “irriducibili” di cui parla l’autrice, insegnante di Letteratura e giornalismo all’Università La Sapienza di Roma, hanno i volti di Ada Ascarelli Sereni, Giorgio Amendola, Enzo ed Emilio Sereni, Giuseppe Di Vittorio, Maurizio Valenzi e altri ancora. Alcuni di loro morirono prima della fine della II Guerra Mondiale, Enzo Sereni morì presso il campo di concentramento di Dachau, il 18 novembre 1944, altri ebbero l’opportunità di vedere il proprio Paese liberato dal giogo nazifascista.
Questi giovani ribelli che provavano una irriducibile avversione per Mussolini, i suoi gerarchi e la sua classe dirigente, furono uomini e donne che non si adagiarono nel dare il consenso all’Italia fascista e che per questo scontarono anni di prigionia, di confino e di esilio. Ragazzi e ragazze dallo sguardo lungo, che ancora prima dell’ascesa al potere di Benito Mussolini, avevano intuito i pericoli a cui l’Italia e l’Europa andavano incontro.
“Una generazione dalle vite difficili”: così Nadia Gallico, eroica combattente italo-tunisina, aveva battezzato i suoi compagni italiani, appartenenti a famiglie borghesi e colte, ragazzi di fede comunista, socialista, seguaci di “Giustizia e Libertà” o repubblicani. Tutti loro, spesso a prezzo della propria vita, rifiutarono il compromesso; “giovani illuminati”, che divennero il volto internazionale della prima opposizione al fascismo. Quindi le storie degli “irriducibili”, le loro scelte di vita, validi esempi di coraggio e ardimento, possono e devono essere un modello per le giovani generazioni.
Ricordiamo infine che Gli irriducibili. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini, che si legge come un coinvolgente romanzo, è stato scritto per sfatare quel senso comune che dal dopoguerra in poi ha rivalutato l’operato mussoliniano fino alle leggi razziali e alla dichiarazione di guerra. Impossibile dimenticare la violenza, la cancellazione delle libertà, il confino, gli arresti, gli omicidi di Stato degli anni Venti e Trenta del Novecento. È per questo che il volume
“prende le mosse fin dall’inizio dell’opposizione al fascismo, dalla metà degli anni Venti quando il gruppo di questi giovani non ancora ventenni, grazie alle proprie storie familiari e alla formazione culturale, si ribellò all’avvento della tirannia”.
Gli irriducibili. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini
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