La stanza dei delitti di P.D. James

P.D. James è una buona giallista, anche se mi sembra eccessivo paragonarla ad Agatha Christie. La stanza dei delitti (Mondadori, 2013 traduzione di Maria Grazia Griffini) è il secondo romanzo che leggo di quest’autrice e non posso che apprezzare le atmosfere inglesi.
La trama è semplice: l’ispettrice Dalgliesh visita il museo Dupayne e la stanza dei delitti rimanendone impressionato. Pochi giorni dopo avviene un delitto: Neville Dypayne è assassinato nello stesso modo di un antico delitto. Il comandante Dalgliesh viene a sapere che si aveva intenzione di chiudere il museo e molti non lo avrebbero permesso.
Ci saranno altri delitti prima di arrivare ad un colpevole, dato che le persone interessate al mantenimento del museo erano tutt’altro che irreprensibili.

Come ho detto, ho apprezzato le atmosfere inglesi e l’approfondimento della psicologia dei personaggi, ma certe volte ho avuto l’impressione che le scene fossero troppo lente e i dettagli inutili per un caso a cui è stata data una soluzione semplice. E francamente la storia d’amore dell’ispettore è di troppo.
In un giallo tutto deve essere concentrato sulla soluzione del caso, ma nonostante tutto un libro benemerito, perché lontano dagli eccessi di sangue dei gialli americani. La stanza dei delitti è in conclusione un libro bello.