Un lavoro inadatto a una donna di P.D. James

Nel 1988, quando ero alla Cattolica di Milano, nella libreria dell’università notai Un lavoro inadatto a una donna di P.D. James nella veste Mondadori e mi colpì il titolo. Come poteva essere il lavoro dell’investigatrice inadatto a una donna? Curiosità, senso pratico e intuizione sono qualità femminili. Non comprai il libro.
Nel 2019 l’ho letto per la prima volta e mi è piaciuto.

La protagonista, Cordelia Gray, è un personaggio credibile e la descrizione di Cambridge molto azzeccata. La storia è ben raccontata nella sua semplicità: Mark Challender, studente di Cambridge, si è ucciso, ma il padre, sospettoso, incarica Cordelia Gray di indagare sulla morte. La giovane investigatrice accetta e si scontra con una realtà molto più crudele di quanto non fosse sembrato a prima vista. La stessa ragazza rischia la vita perché qualcuno vuole impedirle di risolvere il caso. Abbastanza presto viene smascherata la patina di ipocrisia nei rapporti tra gli studenti e anche nei rapporti familiari che non sono così semplici come appaiono (e la stessa Cordelia ne è un esempio).

Non dico altro ma, a mio giudizio, cinquanta pagine in meno avrebbero giovato al libro che nella parte finale, quando ormai è tutto chiaro, si aggroviglia e diventa troppo legato alla psicologia dei personaggi. Le disquisizioni filosofiche sulla verità annoiano e concentrarsi sulla figura dell’investigatore fanno pensare a un altro genere. O un giallo è deduttivo o è un noir. Le vie di mezzo non esistono. Lettura gradevole.