Scuola per infermiere di P.D. James

P.D. James si è guadagnata il titolo di erede di Agatha Christie per i suoi gialli deduttivi. E questo non fa eccezione: una scuola per infermiere nella campagna inglese è sottosopra per una serie di delitti che ne modificano la perfezione.

Dalgliesh si trova a dover indagare in un ambiente molto conservatore e femminile che sembra non voler svelare il mistero di morti apparentemente naturali. Oltre a ciò, i vertici dell’ospedale hanno segreti da nascondere e le stesse vittime non sono certo ragazze ingenue.

Fino a due terzi di Scuola per infermiere (Mondadori, 2010, traduzione di Giovanni Piccioni) siamo di fronte a un giallo moderno, poi nelle ultime pagine si indaga sui misteri della Seconda guerra mondiale e da ciò si rivelano i delitti. Mi fermo qui.

Originale l’idea di far iniziare il romanzo con un personaggio poco rilevante come un’ispettrice scolastica e concluderlo con la stessa, dà come l’idea di chiudere un cerchio. I dialoghi non sono noiosi, anzi, attraverso i particolari si conoscono i moventi; i personaggi sono forse troppo superati (specialmente le descrizioni delle infermiere), ma non dimentichiamo che il romanzo è stato scritto negli anni Sessanta. Scuola per infermiere è un buon giallo che si legge facilmente.