Addio mia amata
- Autore: Raymond Chandler
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
Nel 1928 l’allora più acclamato scrittore di romanzi gialli S.S. Van Dine pubblicò sulla rivista “The American magazine” un articolo intitolato “Venti regole per scrivere romanzi polizieschi”. Fu il primo a fissare una serie di regole più o meno vincolanti alle quali qualsiasi aspirante romanziere dovesse attenersi per creare un buon poliziesco d’azione. Si sa, quando una cosa diventa di moda comincia ad essere terreno fertile per banalizzazioni e luoghi comuni che minano la bontà dell’idea in sé. Questo era il sentore di Van Dine, seguito a ruota libera da un altro prosatore ugualmente popolare, passato alla storia per avere ideato il suo celebre decalogo, Ronald A. Knox, che considerava il genere del giallo una sorta di gioco intellettuale, una vera e propria sfida di cervelli fra il lettore ed il detective. Pertanto i due dovevano gareggiare ad armi pari. E’ inutile dire che per nessun motivo il colpevole dovrà essere il protagonista. Misteriosi fratelli gemelli o sosia sono proibiti “ab initio” ed il povero, bistrattato maggiordomo è meglio lasciarlo stare definitivamente.
Se prendessimo in considerazione il suddetto decalogo, ci renderemmo conto che per quanto riguarda “Addio mia amata” Raymond Chandler non si attiene alla stragrande maggioranza delle regole fissate da Knox. Che ciò sia un una grave mancanza da parte dell’autore oppure un geniale colpo di coda dipende ovviamente dalle inclinazioni e dai gusti di ciascun individuo.
Il detective privato Philip Marlowe sta investigando per conto di una sua cliente in un giorno come tanti altri, ma il destino ha in serbo per lui un caso ben più stuzzicante. Si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato e incontra un individuo losco, grosso come un armadio che gli intima di ritrovare la sua ex fidanzata Velma, misteriosamente scomparsa. Dimenticate l’atteggiamento mite del puntiglioso Hercule Poirot, scordatevi di Jane Marple, quell’amabile vecchietta che un po’ tutti abbiamo imparato ad amare per la sua perspicacia e specialmente l’onnisciente Sherlock Holmes. Philip Marlowe è un personaggio controverso, disilluso, che seduce e si lascia sedurre dalle incantevoli “femme fatale” che pullulano le sue storie, si fa beffe di tutto e di tutti ma come ogni anti-eroe che si rispetti, cela un animo sensibile, rivelato soltanto nel finale. E’ ben caratterizzato, così tanto da far perdere il filo del discorso al lettore, che finisce con l’affezionarsi più al personaggio di Marlowe che alla storia in sé. Lo stile corposo a volte disorienta con le sue minuziose descrizioni, a volte affascina e ti trasporta in un America d’altri tempi, fra bulli e dark lady, ricatti e violenza. Probabilmente i poveri Van Dine e Knox si metterebbero le mani nei capelli di fonte ad un’opera così sgangherata ma tutto cambia e persino il buon vecchio giallo ad enigma si è evoluto per tenere il passo con la realtà di tutti i giorni.
“Addio mia amata” è un coacervo di contraddizioni: E’ un capolavoro del genere “hard-boiled” ma al contempo è l’opera meno riuscita di Chandler. Provare per credere.
Addio, mia amata
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