Affari d’oro
- Autore: Sophie Kinsella
- Genere: Chick-lit
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2015
Con questa settima uscita italiana si conclude la serie dei romanzi pubblicati da Sophie Kinsella sotto il nome di Madeleine Wickham, prima dell’enorme successo della serie “I love shopping”. In realtà, questo “Affari d’oro” è il secondo a essere stato pubblicato nei Paesi anglosassoni. Come ho già avuto occasione di scrivere varie volte, i romanzi a firma Wickham, pur presentando già “in embrione” la verve e lo stile inconfondibile di Sophie Kinsella, sono più simili a divertenti commedie “british” che a romanzi glamour animati da ragazze sprint, anche se deliziosamente pasticcione. La riuscita varia però di molto da romanzo a romanzo, e, accanto ad alcune storie veramente divertenti, che riescono a sviluppare in modo appassionante un’idea originale (si vedano “La signora dei funerali” o “Una ragazza da sposare”), ve ne sono altri che risultano semplicemente piacevoli, addirittura trascurabili.
Quest’ultimo “Affari d’oro” è un po’ una via di mezzo: una storia di ordinarie ambizioni, nevrosi, sconfitte e tradimenti che coinvolge tre famiglie, e che diventa veramente coinvolgente solo nel momento in cui entra in scena la figlia Alice, l’adolescente insoddisfatta che, con le sue ribellioni segrete, riesce a mettere in evidenza tutta la pochezza e l’egoismo del mondo degli adulti. Più duri risultano i primi capitoli, costituiti essenzialmente da discussioni, ipotesi e calcoli disperati in merito a ipoteche, affitti e compravendite immobiliari.
Donne egoiste e uomini trascinati dalle donne sono i protagonisti della storia. Prima fra tutte Liz, un’insegnante che ha trascinato il riluttante marito Jonathan nella messa in vendita della loro casa, che ancora non trova un acquirente, per acquistare un college da far diventare, secondo la sua ambizione, una punta di diamante, ricavandovi due stanzette per viverci. Ma questa mossa non solo ha procurato loro un sacco di problemi economici, ma anche l’infelicità di Alice, sradicata dalla propria casa nel momento esatto in cui la sua migliore amica si è trasferita all’estero, e oppressa dalla distrazione dei genitori nei suoi confronti. Per Liz, la soluzione a tutto si chiama Marcus, agente immobiliare che le suggerisce di affittare la casa invece di venderla, e va, per così dire, oltre il proprio dovere di gentilezza verso una cliente. Del resto, Marcus non è forse oppresso dalla terribile moglie Anthea, che continua a stressare il figlio Daniel perché ottenga una borsa di studio, lasciando, invece, campo libero all’altro figlio Andrew? A ben guardare, comunque, non sono messi meglio gli affittuari Ginny e Piers, un attore ossessionato dal provino per una parte in una serie televisiva, artisticamente pessima ma il cui stipendio gli permetterebbe di soddisfare le aspirazioni della moglie: un lavoro sicuro, una bella casa di proprietà, finalmente una famiglia con figli. A loro si avvicina, quasi per caso, Alice, alla ricerca dell’aria della sua vecchia casa. Pian piano il legame si fa più stretto, finché la ragazza non si prende una cotta per Piers. Nel frattempo, Liz si lascia sempre più coinvolgere da Marcus, del tutto incapace di capire che la loro relazione non ha futuro.
La storia precipita nel finale: qualcuno espierà vecchi “peccatucci” con una buona azione, qualcuno capirà dove migliorare, altri rimarranno in una situazione di insoddisfazione sulla quale lavorare, amicizie si spezzeranno e altre si rinsalderanno: un po’ come nella vita. Piacevole e realistico.
Affari d'oro
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