All’ombra del vecchio tiglio di Ornella Protopapa

Pur essendo All’ombra del vecchio tiglio (Bertoni, 2020) una storia di fantasia, Ornella Protopapa illumina frammenti della propria anima. Allora bisogna entrare in punta di piedi nelle stanze inondate dal sole salentino e invase dal profumo del mare, perché all’interno sono custoditi sentimenti intimi, a volte dolorosi.
I colori della terra, i sapori dei dolci della festa, impastati a mano con farina e miele in cucine imbiancate a calce, le luci della festa patronale che si riflettono nelle acque cristalline, fanno da sfondo a una storia di rinascita e formazione.

La protagonista lascia la grande metropoli del nord che le sta anestetizzando l’anima e si trasferisce a Otranto, presso un orfanotrofio gestito da suore. Qui finalmente trova la via per conoscere se stessa, le proprie origini, e scoprirà che il proprio percorso di vita è da sempre legato, in maniera indissolubile, alla terra che alimenta le radici del vecchio tiglio, nel cortile che ospita il ricovero dei più bisognosi.

All’ombra del vecchio tiglio è una storia intrisa di fede, per chi crede, e di passione per le proprie origini.
L’autrice, al suo romanzo d’esordio, mostra una ricerca di semplicità nello stile narrativo che ben si addice ai personaggi e al contesto che descrive. Ne risulta un romanzo a tratti commovente, dal quale traspare tutta l’onestà della scrittrice, che non esita a indagare argomenti dolorosi quali la perdita degli affetti più cari, lasciando trasparire il proprio sentimento nei confronti della famiglia, luogo sacro e porto sicuro. Sentimenti semplici, appunto, e per questo veri.