Ameni inganni
- Autore: Giuseppe Culicchia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2011
Da qualche anno un nutrito numero di politici, giornalisti, opinionisti e affini sembra provare gusto a tuonare, periodicamente, contro una presumibilmente estesissima categoria di “bamboccioni” che avrebbe preso piede in Italia, ragazzi e ragazze troppo pigri per affrontare il fatidico salto fuori dal nido familiare. In realtà, la quasi totalità di questi “giovani immaturi” altro non è che vittima della difficoltà di trovare lavoro e, anche una volta trovatolo, di mantenersi con uno stipendio che spesso non va oltre il minimo sindacale. Critiche ingiuste, quindi? Quasi sempre. Esiste, in effetti, anche una percentuale di veri “bamboccioni”, eterni indecisi e impauriti, troppo affezionati alla casa dei genitori che assume i connotati di un hotel a cinque stelle, spesso disinteressati all’idea di lavorare, ma molto interessati a quella di spendere ogni singolo centesimo a loro disposizione in beni del tutto superflui (in fondo i “bamboccioni” possono essere un ottimo affare, da questo punto di vista).
Vi presento quindi un “bamboccione D.O.C.”: Alberto. Quarantuno anni, disoccupato e deciso a rimanerlo, si ritrova solo al mondo il giorno in cui, dopo suo padre, anche sua madre viene a mancare. Dopo la prima reazione di dolore, il suo unico pensiero è per il fatto di non essere più costretto a litigare con la genitrice per la sua collezione di modellini di astronavi e soprattutto di non doverle più nascondere la sua vastissima raccolta di riviste pornografiche. Attraverso i migliori servizi di “Playboy” e delle riviste concorrenti, Alberto sublima infatti non solo il sesso, ma perfino una parvenza di rapporto quasi amoroso con le ragazze, con le quali arriva a parlare nella solitudine della sua camera. Spaventato dalle tecnologie, secondo lui inventate solo per prosciugargli la carta di credito, è tuttavia ospite non iscritto di Twitter, attraverso il quale segue gli spostamenti della bella, giovane e single modella Olga, collegandosi fino a dieci volte al giorno per averne notizie.
Rimasto solo, Alberto si accorge non solo della propria precaria situazione finanziaria, ma anche di non essere neppure capace di prepararsi un pasto usando “4 Salti in Padella”. Questo però non lo scuote dalla sua inerzia, finché un giorno, visitando un appartamento in vendita con il solo intento di conoscerne la presumibilmente giovane proprietaria, non si imbatte in Letizia, la prima e unica ragazza che abbia amato e con la quale sia stato insieme anni prima, che lo ha lasciato proprio per il suo rifiuto a impegnarsi. Alberto interpreta questo incontro come la propria possibilità di riscatto, non tarda a convincersi di essere nuovamente innamorato di Letizia e, quello che è peggio, che anche la ragazza sia nuovamente innamorata di lui. La malcapitata Letizia, dopo avere creduto di ritrovare un caro amico, si trova suo malgrado nelle grinfie di quello che è diventato un vero stalker.
Alberto è un personaggio inquietante (soprattutto in quel suo immaginare in situazioni da rivista pornografica ogni donna che incontra), inquadrabile nell’ambito delle patologie o delle caricature più calcate. Le frasi spezzate, i capitoli lasciati a metà, tanto che ci si chiede se non siano dovuti a un errore di stampa, in realtà sottolineano il senso di vuoto e di incompiuto della sua vita, così come le eterne ripetizioni delle liste dei surgelati e delle loro ricette. Il finale, dopo una progressione di lucida follia, ci porta in un vicolo cieco e lascia entrambi i protagonisti nelle loro solitudini.
Ameni inganni
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