Amiche di penna di Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque

Una bellissima storia è “Amiche di penna. Il romanzo epistolare di Anna Karénina ed Emma Bovary”, scritto a quattro mani da Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque due autrici napoletane: due donne che narrano di due donne. Romanzo d’esordio per entrambe, insegnanti di Italiano alle superiori e scrittrici di racconti e sceneggiature, “Amiche di penna” è la narrazione epistolare tra Emma Bovary e Anna Karenina, due tra le grandi eroine sentimentali della letteratura mondiale.

Un romanzo lirico che con la sua trama di amicizia, amore, coraggio, dolore e speranza coinvolge e suscita emozioni. Una scrittura al femminile colta, sensibile e raffinata che riporta al passato e con un grande potere di suggestione. Emma è immersa da giorni nella lettura appassionata delle “Lettere” di Abelardo ed Eloisa. Decide di rispondere alla lettera di Anna, una richiesta di scambio epistolare tra di loro, in vacanza in Italia con il suo amato Vronskij e nella quale le confidava di vivere un periodo molto felice della sua vita. Emma le racconta di quel libro che l’ha da subito conquistata, della storia d’amore passionale e intensa dei due amanti parigini vissuti nel Medioevo. Anna è, per lei, la sola che avrebbe potuto comprendere la sua curiosità e il suo interesse. Le narra della sua vita in provincia, di quanto sia a volte monotona, del marito “dalle grandi mani” e del suo lavoro di medico, e delle sue penose vicende, una strana malattia da tempo le offuscava la mente.

“Voi, invece, ne sono sicura, avete tante cose da raccontare: la vostra vita a Pietroburgo, i vostri viaggi, Venezia… Oh Anna! Scusate la mia impertinenza, ma sarei così felice se mi raccontaste tutte queste cose!... spero di essere ancora in tempo per diventare la vostra amica di penna”.

Anna ed Emma dialogheranno come due amiche di sempre. La loro corrispondenza sempre più intima e confidenziale le renderà unite e complici. Anna le scriverà della bellezza delle città che visiterà, Firenze, Napoli, Venezia, Parigi, di posti sfarzosi e accoglienti, di serate trascorse a chiacchierare con scrittori e artisti a caccia di ispirazioni. Le narra del suo divorzio, in Russia possibile, e che nonostante la legge lo prevedesse non era stata una scelta facile, sebbene la farsa del perdono e della magnanimità sbandierata dal marito. Non si era sottratta agli sguardi e alle dicerie delle malelingue: le convenzioni sociali avevano profonde radici nel costume russo ed era difficile crearsi una nuova vita nei luoghi dove si è lasciato un’impronta,

“quell’impronta che ci impedisce di diventare ciò che vorremmo essere”.

Le racconterà di Vronskij e del suo umore che nel tempo pare essere mutato. L’uomo allegro che lei aveva tanto amato sembrava non esserci più.

“Come fanno presto a morire le passioni degli uomini, non trovate anche voi?”

Emma apprezza il coraggio di Anna nell’aver scelto l’amore: è il coraggio che non ha, confessa, perché le donne come lei sono state educate “alle regole fisse e immutabili” e soprattutto “all’obbedienza assoluta”. Si rifugia nelle letture dei libri, la sua unica via di fuga da un mondo piccolo e limitato, anche se l’incontro inatteso con Rodolphe, un uomo bello, elegante, intelligente, l’ha rende una donna piena di ardore e passione.

“La mia vita d’improvviso ha acquistato senso. Vivo in uno stato di beatitudine continua, immersa come sono in questa dolce euforia”.

Lettera dopo lettera, in “Amiche di penna”, prende forma il mosaico della vita di Anna ed Emma, due donne romantiche, appassionate e sognatrici che senza mai essersi incontrate si confidano, raccontando l’amore, l’inganno, l’abbandono e la vergogna.