Amore mio infinito di Aldo Nove

La prima volta che il protagonista di "Amore mio infinito" si innamora, il “Calippo” costa solo duecento lire.
Calippo è una parola che Word sottolinea in rosso come errore. Ma Word non possiede né il carico di ricordi, né la potenza dei sentimenti che Aldo Nove riesce a concentrare in questo suo lavoro.

“Allora era il tempo infinito”. Un tempo che non esiste più, dissoltosi definitivamente con l’arrivo dell’euro. Un tempo che può rivivere solo attraverso le fotografie in bianco e nero scattate con geniale naturalezza tra il bianco e nero delle pagine del libro.
Pagine che come “una caramella frizzante di quelle che quando le succhi dentro c’è una specie di polverina all’arancio che scoppia” cedono con infinita semplicità grandi rivelazioni, facendo rivivere emozioni lontane che non crederesti mai così importanti. E ogni parola diventa il trampolino per tuffarsi in una nuova sensazione, che sia il dolce ricordo d’infanzia o un’aspra certezza della maturità, a cui pure non si arriva senza salire quei primi gradini della realtà.
Il guaio (o la fortuna) “è che nella maggior parte della realtà non si capisce quanta realtà c’è”.

"Amore mio infinito" è l’occasione per tornare a scoprirlo. Un tuffo al cuore. Un salto che dà le vertigini, ok, e allora occorre raccogliere quanto più fiato possibile prima, respirando forte

come quando stai per tirare il pallone e il pallone è finito fuori dall’oratorio e qualcuno è andato a prenderlo resti solo lì davanti al portiere tu e il rigore che a un certo punto devi tirare

O forse no. Non è un tuffo. Probabilmente è, ancora prima, quel respiro intenso.
E all’amore allora, e solo allora, puoi dare un orizzonte più ampio, cercando di difendere dal tempo che passa l’innocenza e la meraviglia della sua scoperta.
Invecchiare, altrimenti, potrebbe risultare un effetto collaterale poco piacevole per sé e per gli altri.
Solo così esser nati non sarà come scrivere un punto di domanda sulla lavagna di una classe che non esiste…