Appena in tempo di Emanuela Giordano

Il romanzo “Appena in tempo” (Giunti Editore, collana Terzo Tempo 2019) di Emanuela Giordano, autrice e regista, appartiene alla nuova collana editoriale diretta da Livia Ravera dedicata ai sentimenti e all’eros nella terza età.

Nella parte nuova della stazione di Bologna ti perdi anche se hai fatto il boy scout fino alla maggiore età.

Natalia Petri, sessantenne divorziata senza figli, capelli castano chiari e leggermente in sovrappeso, si trovava alla Stazione di Bologna in attesa del treno che l’avrebbe condotta nella sua città, Roma. La donna, insegnante di italiano in una scuola media, proveniva da Ferrara dove aveva assistito a Palazzo Paradiso a un convegno sul poeta Corrado Govoni, “piaceva a suo padre, che lo recitava a memoria”. Forse per questo, alla nostalgica Natalia all’improvviso era giunto il ricordo del padre Ernesto che, quando da bambina metteva il muso per un capriccio insoddisfatto, il genitore spalancando le braccia le canticchiava sole e baci, baci e sole… “e lei correva da lui per farsi stropicciare di tenerezze”.
A un certo punto l’ansiosa e intollerante signora aveva avvertito il bisogno di abbandonare la sala proprio come la canzone di Paolo Conte:

Via, via, vieni via di qui! Niente più ti lega a questi luoghi, neanche questo tempo grigio.

Lungo il binario una stanca e affamata Natalia, aspettando di salire nello scompartimento, osservava i passeggeri in attesa simili alle anime del Purgatorio. Finalmente nella carrozza riscaldata numero sette la docente si era liberata della sciarpa e del berretto di lana sentendosi a proprio agio. Questi sbalzi di umore ormai la donna li conosceva: la tachicardia improvvisa per il più piccolo contrattempo e un attimo dopo la voglia di ridere di sé. Natalia era certa che doveva sforzarsi di vivere al meglio, meglio di come si accontentava di vivere, per pigrizia, mancanza di voglia, di desiderio, spirito di adattamento, perché in fondo “il grigiore è rassicurante, come la minestrina in brodo, tiene a bada il colesterolo”.
La docente, per passare il tempo, aveva preso in mano un libro, ma la sua attenzione era stata catturata da un distinto signore sui settanta dalla barba bianca che si era appena infilato gli auricolari.

Ha tra le mani un librino di poesie, ma potrebbero essere anche novelle o un racconto breve.

Natalia era stata colta da un moto di simpatia per quello sconosciuto compagno di viaggio, dagli occhi verdi scuro irradiati da pagliuzze dorate, che indossava una bella giacca di fustagno color grigio piombo abbinata ai pantaloni di velluto a coste. La donna, dopo tanti anni di solitudine sentimentale, “si censura il desiderio istintivo e improvviso di accarezzargli il viso”. Cosa stava per accadere alla nostra eroina? Forse la piacevole solitudine di Natalia Petri condivisa insieme al suo gatto rosso Zeus stava per finire...

Il godibile romanzo è un inno all’amore tra persone non più giovani e pone in risalto il fatto che non è mai troppo tardi per spalancare le braccia alla passione e alla compagnia reciproca. La simpatica Natalia credeva che la vita non le avrebbe riservato più niente, ma si sbagliava. Infatti, la protagonista sarà costretta a ricredersi scoprendo che anche a una certa età è bello sentir pronunciare la parola amore.

Tra pochi minuti un uomo e una donna che hanno viaggiato da Bologna e Roma, fianco a fianco, senza mai parlarsi, si stringeranno la mano, si scambieranno un sorriso e poi?