Ayla figlia della terra di Jean M. Auel

Ayla è rimasta orfana troppo presto, dopo che un enorme terremoto le ha portato via la famiglia. Si ritrova sola, contro tutto e tutti e non le resta che un’unica scelta: la fuga.
Scappa, corre, inciampa, si rialza, corre di nuovo. Orizzonti nuovi, nuovi luoghi. E’ solo una bambina ma ha già l’istinto di sopravvivenza di un adulto. Non il fisico, però: pioggia, vento, fame rischiano di ucciderla prima del tempo. Fortunatamente, un gruppo di persone la trova e decide di tenerla tra loro. Tutto finito? Nemmeno per sogno, è soltanto l’inizio. Il Clan ha delle regole ferree da rispettare: le donne non possono cacciare; devono chiedere il permesso prima di parlare; non possono rifiutare certe richieste da parte degli uomini e anche uno sguardo può essere visto come un’insolenza…
Ayla non ci sta e cerca di sottrarsi a queste regole, spiegando le proprie ragioni, ma rischia di far del male ai suoi cari, coloro che l’hanno accolta: Iza, la donna della medicina, e Creb, lo sciamano. Per lei sono come il padre e la madre, visto che quelli veri nemmeno li ricorda…
All’interno del Clan nasceranno lotte intestine che la vedranno protagonista e la costringeranno a scelte durissime.

Come viveva l’umanità agli albori? Jean M. Auel ce lo racconta e ci parla di riti, d’amicizia, amore… Usanze che a noi parranno assurde, una volta erano basi della società. Un romanzo da leggere e assaporare, una storia con una protagonista d’eccezione.

- Longanesi, 2002