Ballando nel buio
- Autore: Roberto Costantini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2017
Pokerissimo per Roberto Costantini e il suo commissario Michele Balistreri. L’ingegnere under settanta firma il quinto bestseller della serie che ha per protagonista l’intrattabile capo della Omicidi romana. Il poliziesco è “Ballando nel buio”, per i tipi Marsilio (2017, pp. 480, euro 19,00, ebook euro 9,99) e segue la premiata Trilogia del male: “Tu sei il male” (2011), “Alle radici del male” (2012), “Il male non dimentica” (2014), col sequel “La moglie perfetta” (2016), tutti per i tipi della casa editrice veneziana.
Molto apprezzata in Italia (il nuovo titolo è già alla seconda edizione), la serie di Balistreri è pubblicata anche negli Stati Uniti e ha meritato un riconoscimento quale migliore opera noir degli anni Duemila, Premio speciale Giorgio Scerbanenco 2014. Il quarto romanzo è stato nella rosa dei finalisti del Premio Bancarella 2016.
Roberto Costantini è tanta roba. Nato a Tripoli nel 1952, è ingegnere ed è stato consulente aziendale in campo impiantistico, con master in Management Science conseguito nella Stanford University, in California. Insegna Business Administration nella prestigiosa università LUISS di Roma.
Anche Michele Balistreri è nato a Tripoli, nel 1950, ma l’affinità col papà autore si ferma alla sfera anagrafica, perché l’ingegner Roberto Costantini si è guardato bene dal farne il suo alter ego narrativo, quando ha indossato i panni dello scrittore. Mike è altro rispetto all’autore e in ognuno dei romanzi è in una fase diversa della vita, anzi due fasi, visto che in ciascuno dei cinque episodi l’azione si svolge su due piani temporali alternati. Se nel primo si rimbalzava dal 1982 al 2006 e viceversa, in quest’ultimo si passa dal 1974 al 1986, da un Michele ventiquattrenne, militante a Roma in un movimento neofascista, al “poliziotto” trentaseienne.
C’è da dire che il commissario è decisamente più amato dai lettori che dai tanti personaggi dei cinque romanzi. In effetti è un tipaccio, corteccia durissima, intellettualmente scomodo, intollerante anche con se stesso e sentimentalmente rude, sempre con esiti autolesionistici. Uno dei principali nemici di Michele Balistreri è proprio Michele Balistreri, dopotutto.
È uno e trino, anzi multiplo. Nella pentalogia rimbalza dall’adolescenza alla maturità, con la cadenza binaria che lo scrittorie accoppia in ciascun romanzo. Non una sola persona, con un carattere preciso, ma più persone, si direbbe. Difficile delimitarlo in un clichè definito, sfugge da tutte le parti, impossibile mettergli il sale sulla coda.
Chi è Michele Balistreri? Meglio, chi sono Michele Balistreri? Questa volta sembrerebbe il giovane destroide romano a modo suo idealista. Contrordine: è il funzionario di polizia scontroso ma capace a inizio carriera. Sbagliato: è il dirigente della Omicidi, sessantenne solitario, amareggiato, ma sempre efficiente e con una marcia in più degli altri.
In questo romanzo Roberto Costantini lo colloca nei “terribili anni Settanta”, così li definisce. Milita in Ordine Nuovo, ma non è fascista, nemmeno conservatore, è più “uno contro”, un antagonista.
Il costume di quegli anni? Per i ragazzi: capelli lunghi, pantaloni stretti a zampa d’elefante e stivaletti a punta. Capelli lisci, gonne lunghe con i bottoni o minigonne e stivali, per le ragazze. Una densa coltre di fumo aleggiava in ogni luogo chiuso, stanza d’appartamento, cinema o sezione rionale di partito che fosse.
Lui non fuma e non beve, per la verità. È cresciuto in un paese musulmano, in Libia e si è portato a Roma quella disciplina di vita.
Primo scatto avanti al 1986. È giugno, mentre Maradona massacra la nazionale inglese di calcio, mano de dios compresa, il commissario Balistreri si spupazza uno donna. Una sposata, manco a dirlo. Arriva la telefonata: hanno ucciso un deputato, ai Parioli, Giulio Giuli, democristiano. Abbiamo appreso qualche pagina prima di un Giulio suo amico ai tempi di Ordine Nuovo, quando Mike era chiamato “Africa”, per i trascorsi libici. Quel Giulio capeggiava la formazione neofascista, giovane romano di buona famiglia, bello, ricco, educato. Anche picchiatore, ma con stile e con un notevole carisma sulla gente. Lo chiamavano Ringo, per la somiglianza con l’attore Giuliano Gemma, volto noto dei western all’italiana.
Michele, utopista accigliato, funzionario dello Stato con un passato tra i neri e un presente al servizio del governo di pentapartito, si ritrova come sempre ad affrontare i fantasmi in carne ed ossa del suo ieri, che in questo caso hanno le belle forme di Isabella Mulas. Era la ragazza di Ringo, ma le ragazze degli amici non si toccano. Per “Africa” era un dogma.
Isabella, incrocio riuscito tra il cervello di Einstein e le lunghe gambe di Raquel Welch. Ora è una signora, la signora Giuli.
È chiaro? Dal passato riaffiorano ex fascisti e capelli lunghi e profumati di ex ragazze, non solo la Mulas, anche Viola. Per qualcuno è un salto nel vuoto. Altri ci rimettono la vita. Michele Balistreri indaga con sofferenza personale e acume professionale. E Roberto Costantini conquista ancora una volta i suoi lettori con un romanzo lungo ma scorrevole come pochi, secondo il suo stile.
Ballando nel buio (Trilogia del Male Vol. 5)
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