Capire la mafia
- Autore: Amelia Crisantino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Capire la mafia di Amelia Crisantino è un libro che assolve egregiamente una funzione didattica oltre che di più ampia conoscenza del fenomeno mafioso. Un testo breve, esito di un lavoro complesso e articolato che esprime una grande passione civile concepito nell’ambito del particolare clima imperante all’indomani dell’infausto periodo delle più eclatanti stragi di mafia degli anni novanta. Vi era rabbia e scoraggiamento uniti alla voglia di resistere e di capire quello che stava accadendo, il perché la mafia si era manifestata in maniera così violenta.
Il libro da un titolo breve, conciso e accattivante che costituisce un’operazione mediatica riuscita, tanto che esaurito, circolava tra i banchi di scuola in fotocopia e che si è deciso pertanto di ripubblicare. Ma l’autrice si è ritrovata invece a riscriverlo per intero, rivisitandolo nei contenuti con analisi, informazioni e termini che si trovano sovente assenti nei libri anche più approfonditi su questo tema. Si è venuta così a realizzare un’ottima integrazione nei percorsi storici inserendo dei tasselli importanti spesso trascurati.
I paradigmi che vengono raccontati sulla storia della Sicilia si basano sull’equilibrio malsano tra centro e periferia per cui la Sicilia è stata sacrificata allo sviluppo delle aree più centrali. E questo sacrificio ha portato ad una marginalità, ad una Sicilia come periferia, terra di frontiera già dal periodo spagnolo in cui la preoccupazione maggiore era la difesa del territorio.
Nei manuali di Storia si trova il confronto tra capitalismo mercantile e quello di mediazione. Accade che mentre nella Penisola ci si trasforma, in Sicilia permane una fisionomia feudale arcaica con tutti gli elementi caratteristici di questo sistema. E questo mentre altrove il capitalismo si avvia in altri settori come le manifatture con un sostegno da parte dello Stato nella produzione e nella commercializzazione. Nel capitalismo mercantile, lo Stato è forte ed efficace mentre molto minore lo è in quello di mediazione. Questo si diffonde in una parte della Sicilia, quella occidentale della masseria. Un capitalismo svincolato dal potere centrale che controlla e amministra le risorse come quella della coltura intensiva del grano e gestisce risorse modeste in mano alle figure principali di questo contesto, il gabellotto e il campiere in assenza dei proprietari che preferiscono trascurare i loro possedimenti. Queste figure di mediazione menzionati dalla storiografia più diffusa se non per brevi accenni, esercitarono un ruolo di rilievo attraverso il ricatto verso i braccianti, con la forza e la violenza e qualsiasi tentativo di ribellarsi veniva catalogato non come un problema sociale per la rivendicazione di ciò che è dovuto, ma come una questione di ordine pubblico. È importante leggere e riflettere su questi eventi per comprendere il presente.
A proposito dello sviluppo della Sicilia nel libro si afferma significativamente che:
l’economia siciliana non è povera, non nel senso che si dà comunemente a questo termine: è l’intermediario mafioso che contribuisce a renderla povera. E la Mafia non va considerata un semplice fenomeno di criminalità ma una struttura di potere che ha agito in stretto collegamento con il sistema politico e la cui esistenza solo saltuariamente è resa visibile da una catena di delitti.
Capire la mafia (Di Girolamo, 2019) è un libro che in poche pagine riassume molti temi e ha il pregio di essere strutturato in brevi, ma significativi capitoli per una facile fruizione con una bibliografia ragionata ed essenziale non esaurendo il tema trattato, ma lasciandolo aperto a ulteriori quesiti.
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