Cara pace
- Autore: Lisa Ginzburg
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2020
Non ho smesso di leggere le pagine di Cara pace (Ponte alle Grazie, 2020), volevo sapere della pace, la cara pace che cercava la protagonista, Maddalena, dopo gli anni di inquietudine e tormento così tanto somiglianti ai miei! Un libro sulle assenze e sulle mancanze, splendido, maturo, scritto con grande stile. Ultimo lavoro di Lisa Ginzburg, filosofa, traduttrice e scrittrice, figlia di Carlo e nipote di Natalia Ginzburg, Cara pace racconta la storia di due sorelle, Maddalena e Nina, della loro infanzia, dei legami familiari, dei loro affetti, della loro città, Roma.
Pagine intense di emozioni, sentimenti, rabbia, silenzi, solitudine. Differenti stati d’animo spesso contrastanti, difficili da governare come il legame madre-figlia, sono raccontati magistralmente dalla Ginzburg in una storia che appartiene alle donne, alla loro forza interiore di sapersi rimettere in gioco, alla loro capacità di andare avanti nonostante tutto. Come saprà fare Maddalena anche se protetta dal suo "carapace", uno scudo necessario che le farà trovare "il bandolo della sua vita", facendo spazio e prendendo distanze. Il passato e l’oggi, le memorie e il quotidiano, loro due bambine, l’unione dei genitori che si sgretolava, i loro amori da donne adulte, e la vita che continuava.
Maddalena e Nina avevano una comunicazione intensa fin da piccole, anche oggi a distanza di migliaia e migliaia di chilometri, l’una a Parigi l’altra a New York. Con telefonate e messaggi erano cambiate "le geografie, i meridiani e paralleli", ma non la loro intimità nell’affrontare sempre insieme la vita di ognuna.
“L’una per l’altra sponde, argini al caos che ci trovavamo ad attraversare, quel gran pasticcio cui senza chiedere alcun nostro parere eravamo state consegnate. Il nostro patto era uno scudo, un carapace."
Un’intesa profonda che si era definita e aveva preso forma quando Gloria, la madre, andò via di casa. Scomparve e non se ne seppe nulla per una settimana. Una donna elegante, dall’aspetto che non conosceva sciatterie, ma "tutto la opprimeva fuori e dentro. E le figlie dissimili, inquiete, fuori posto", orfane senza esserlo. Gloria mancava troppo, una voragine la sua lontananza, un buco enorme. La sua assenza era mancante come il comune denominatore che genera l’addizione, il triplice legame.
La nascita di Nina, che avrebbe dovuto portare nuova energia al legame dei genitori, come succede spesso, sembrò scavare ancora di più la distanza tra loro. Vivevano insieme inscenando una finzione quotidiana, consapevoli di non essere più adatti l’uno all’altro.
È di Maddalena la voce narrante; lei così "timida, sobria, riservata" e tanto diversa da Nina, "capricciosa, difficile, protagonista, faticosa" e di una bellezza magnetica come era Gloria, con i suoi stessi occhi verdi: un verde denso nel quale si poteva leggere vulnerabilità e nello stesso istante determinazione. L’abbandono pesava quanto un macigno anche in Sebastiano, detto Seba, un padre estroso a tratti poetico, fotografo molto richiesto fuori Roma. Un uomo annichilito, incredulo, sordo al dolore delle figlie che decise a un certo punto di trasferirsi per lavoro a Milano, lasciandole a Roma a continuare i loro studi.
Soffrivano di un dolore che non si attenuava, intere giornate senza rivolgersi la parola, lunghi silenzi. Lei, la maggiore anche se solo di un anno sempre accanto a Nina; e Nina che dialogava con se stessa obbligando la sorella ad ascoltarla. I ricordi incalzano la mente e il cuore di Maddalena, che sentirà forte il desiderio di partire, lasciare per pochi giorni Parigi, marito e figli per rivedere Roma. Un bisogno improvviso di tornare nella sua città, tra i luoghi dove trascorreva le domeniche con Nina, tra gli angoli più segreti e dove la mamma era andata a lavorare. Un capitolo del passato che si ripresentava con una nuova veste.
“Roma nella mia testa rimane un posto difficile però: un groviglio di ricordi su cui per un naturale istinto di autoprotezione evito di soffermarmi troppo."
Una storia in Cara pace, scrive Domenico Starnone, che scava nella fragilità della coppia, tra i calcinacci della famiglia. Mai parole più vere! Lisa Ginzburg ha saputo ritrarre una donna segnata dalle vicende della sua famiglia, dai drammi tra le mura della propria casa, in un racconto introspettivo sul suo dolore interiore, sul legame profondo con la sorella più piccola verso la quale si sentiva responsabile fin da bambina, alla ricerca della sua libertà. Una storia struggente e intensissima, una lettura che emoziona e che arriva dritta al cuore.
Cara pace
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