Jeanne Moreau. La luce del rigore
- Autore: Lisa Ginzburg
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giulio Perrone editore
- Anno di pubblicazione: 2021
Dopo lo struggente Cara pace, tra i libri selezionati per il Premio Strega, Lisa Ginzburg ci racconta la Divina del cinema francese. Jeanne Moreau. La luce del rigore (Giulio Perrone Editore, 2021) è un ritratto inedito di Moreau, più della donna che dell’attrice: talento e anima. Inafferrabile per la grande Margherite Duras e una donna difficile da fotografare.
“Non si riconosce in nessuna ripresa, in nessun ritratto o scatto, perché lei, Jeanne, non è in nessun luogo ed è dappertutto.!
Appena diciasettenne ne rimase affascinata, un pomeriggio a Trastevere guardando il film Jules e Jim di Truffaut, la storia di una grande amicizia amorosa. Il film è rimasto nel cuore di Ginzburg, che nel frattempo cresceva e diventava una donna con i film di Moreau.
“La mia vita di giovane donna intanto prendeva forma, e da allora, dopo quella visione, ogni volta che in me l’autostima è venuta a mancare, in tanti frangenti: quello amoroso, quello delle amicizie, la vita dell’eros, quella interiore, ad affacciarsi per spronarmi e ridarmi ossigeno, senso, valore, è tornata l’immagine di Jeanne Moreau nei panni di Catherine di Jules e Jim.”
Una grande attrice dalla bellezza quasi indescrivibile, con il suo viso luminoso, il suo fascino e i suoi mutevoli umori, capricciosa ma non noiosa, volubile e sincera, dotata di una intelligenza particolare per sedurre e convincere, “un modello di femminilità da seguire e inseguire”. Una bellezza, scrive l’autrice, che racconta e travolge.
Professionale, dalla forte personalità, è stata in grado di interpretare numerosi ruoli e ogni volta con credibilità: centotrenta film e cinquanta pièce teatrali, ogni volta con “quel suo rigore naturale”.
Nasce a Parigi, figlia unica e porterà in sé tanti luoghi della vita. Il Sussex, terra dei nonni materni, con le scogliere battute dal vento e le notti stellate, Parigi, dove sua madre si trasferirà con il desiderio di diventare ballerina e Vichy, dove la piccola Jeanne trascorrerà la sua infanzia.
Gli anni di sodalizio con il padre Anatole, uomo impulsivo e ruvido, proprietario di un locale molto frequentato, A la Cloche d’Or, si interromperanno per la scelta di diventare un’attrice.
E così a sedici anni, nel 1944, incontrerà sulla sua strada il teatro, la Comédie- Française. La sua bellezza verrà notata e debutterà di lì a poco. In parallelo con il teatro avrà inizio la sua lunga carriera anche nel cinema. Grandi attori e registi indimenticabili per chi ama il cinema, saranno al suo fianco: Jean Gabin, Gerard Philipe, Jean Renoir, Orson Welles, Luis Bunuel, Francois Truffaut.
“Per la Moreau e per Truffaut, lavorare insieme significa felicità, liberazione: l’istintiva fiducia che provano l’uno per l’altra è assoluta."
Ed ecco Ascensore per il patibolo diretto da Louis Malle, con le musiche di Miles Davis, a cui seguiranno Gli amanti, La notte di Michelangelo Antonioni, Rainer Werner Fassbinder e dopo una lunga carriera Luc Besson che la vorrà nel film Nikita del 1990, dove Moreau seppure presente in solo due piccole scene, lascerà il suo segno: scandalosamente affascinante.
Recitare è servire, sosteneva, e il suo rapporto con i registi sarà profondamente erotico. Notorietà e ricchezza. La più aristocratica tra le attrici del tempo, appassionata e distaccata con i suoi sguardi allude o esprime, eppur la sua vita è stata solitaria. Marguerite Duras scriverà: ammirata come nessun’altra, attorniata come nessun’altra, Jeanne Moreau pone il problema della solitudine della donna. Dopo il matrimonio naufragato con il regista J. L. Richard, un unico figlio, nella sua vita irromperà Louis Malle, “il suo grande amore non più amore”, altri flirt, tenendo sempre a bada il coinvolgimento con passionale lucidità. Mastroianni dirà di lei che era sempre alla ricerca dell’amore, dopodiché lasciava le sue vittime sul bordo della strada.
Ammaliatrice senza scrupoli, smaniosa di sedurre gli uomini, ogni sua storia d’amore era fuori dell’ordinario. Per Jeanne l’amore profondo non aveva niente a che vedere con la passione, che considerava effimera. “Il destino è la parte di giardino che ti è stata assegnata”, diceva Jeanne. In questo libro a lei dedicato, Ginzburg le dichiara tutto il suo amore tracciando un meraviglioso profilo con testimonianze, interviste, film, quello di una donna passionale e vitale, giusta e misurata, e di un’attrice straordinaria e ineguagliabile. Una lettura consigliata!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Jeanne Moreau. La luce del rigore
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