Casa Manet. Sonata per Suzanne
- Autore: Paola Maria Liotta
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Un bellissimo ritratto di Suzanne, amatissima moglie di Édouard Manet ed eccellente pianista, in atmosfere d’altri tempi, tra trine e merletti, suonate di Liszt e Chopin, nell’ultimo lavoro di Paola Maria Liotta, insegnante e autrice colta e raffinata che ha saputo spaziare con successo nei suoi romanzi dalla classicità, alla musica, all’arte. Casa Manet. Sonata per Suzanne (Readaction Editrice Roma, 2023) è il ritratto di una donna erudita, di grande talento e persona schiva; delicato e passionale nella bellezza della descrizione degli avvenimenti, del contegno della protagonista e dell’arte rappresentata.
Un affresco di un tempo che fu. Una donna non avvenente, tanto diversa dalle amanti di Manet, eppure coraggiosa e sensibile nel rimanere costantemente accanto al marito e continuare ad essere sua fonte di ispirazione: una donna che ha amato molto e che è stata molto amata.
Uomo affascinante, geniale e brillante, Édouard è sempre rimasto accanto alla moglie taciturna, abbondante nelle forme, geniale nel suonare il suo piano.
Con il piede sottile pigiava il pedale, e la gonna nel risalire scopriva le sue scarpe lucide, il cui luccichio Édouard trovava eccitante. Quando Édouard la dipingeva, saranno pochi i ritratti e perdipiù incompiuti, la guardava come se stesse esplorando la femminilità. Al contrario di come l’avrebbe ritratta l’amico Degas, imbruttita e ingrassata, in un quadro divenuto famoso, il ritratto di Manet e sua moglie; lui adagiato su un divano e lei al pianoforte.
Suzanne, primogenita dell’organista olandese Leenhoff era una ragazza alta e bionda, dotata di voce angelica che ricordava a memoria le partiture più difficili, entrò nella famiglia Manet come insegnante di pianoforte. Amava Liszt e la sua musica che avvolgeva i cuori; a lungo ammirato, il compositore le aveva consigliato di andare a studiare a Parigi, è lì che tutto ha inizio.
A Parigi avrebbe acquisito il suo stile. Concerto dopo concerto, lezione dopo lezione per pagarsi gli studi, “l’amore per la musica era la lingua che parlava meglio con chi amava”. Le lezioni in casa Manet si susseguirono in un gioco di seduzione con il giovane Édouard: un’attrazione che li portava l’uno verso l’altro.
Voi siete come l’Oceano, Mademoiselle, il mio Oceano.
Lui amava la pittura decantando Rubens e Rembrandt, tanto quanto lei la musica. Semplice ed incantevole, ma impensabile e indiscutibile per il suo amato figlio, era l’opinione di Auguste Manet, funzionario del Ministero della Giustizia di Parigi, donnaiolo incallito la cui moglie, madame Eugenie, sopportava le infedeltà in cambio degli agi. Considerava artisti, repubblicani e stranieri tutti alla stregua di forze eversive da arginare.
Non c’era donna al tempo che potesse resistere al fascino di Édouard e la nostra Suzanne reagiva isolandosi nella sua musica. Mary; la bella Victorine che si offriva a lui con candore, la modella in Colazione sull’erba; l’esile pittrice Berthe, femme fatale anche se non incantevole; Eva, intelligente e disinvolta, il peccato dei sensi. Per Édouard le donne erano fonte di ispirazione, le amava con lo stesso impeto con cui amava Parigi. Viveva le sue passioni alla luce del sole, amava gli agi e la bellezza. Alla sua arte non avrebbe mai negato ispirazione e seduzione. Suzanne era sempre pronta ad accoglierlo e a compiacerlo, soprattutto in quelle sere quando aveva “addosso i segni delle altre”. Tornava sempre da lei, dalla sua bellezza formosa, dal candore della sua pelle, dalle chiome sciolte sulle spalle e le perle intrecciate al collo; il fulcro del suo privato.
Una donna piena si femminilità e ardore. Suzanne aveva imparato nei lunghi anni accanto al marito a rimanere nell’ombra, a sapersi fare da parte.
In tutte le donne che lo avevano ammaliato e che lui aveva consacrato alla sua arte, Suzanne riconosceva parti di sé. Donne, immagini emblematiche di un’epoca nuova e di un nuovo modo di pensare.
Manet era anima e fuoco per lei, era il suo tutto, e con il figlio Leon, mai riconosciuto da Édouard, sapeva rallegrare la loro casa: suonava per alleviare i momenti bui della sofferenza, la musica era per entrambi il loro rifugio.
Con la musica si dicevano tutto. Era l’universo tutto loro, dove rivivere il primo incanto. Quello che li aveva fatti da subito riconoscere e amare.
Un romanzo piacevolissimo, poetico, nel quale la figura femminile emoziona tanto quanto la musica e la pittura: insieme si esaminano, si confrontano.
Il corteggiamento, la conoscenza amorosa, i tradimenti, la malattia; il lungo percorso a fine Ottocento di una vita romantica tra il talento musicale di Suzanne e la modernità pittorica di Édouard.
Casa Manet: Sonata per Suzanne
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