Castelli di rabbia
- Autore: Alessandro Baricco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
Il primo libro di narrativa di Alessandro Baricco
A Quinnipak si guarda l’infinito, i suoi abitanti sono personaggi sospesi tra realtà e sogno.
A Quinnipak vive il signor Rail, uomo di grande ingegno e fantasia, che sogna da sempre le locomotive e cerca modi alternativi ed originali per guadagnare. Ogni tanto il signor Rail parte, sparisce a volte per mesi, non dà alcuna spiegazione e, quando torna, non sente il bisogno di parlare dei suoi viaggi, nemmeno con Jun…
A Quinnipak vive Jun Rail, moglie del signor Rail. Jun è bellissima e misteriosa, ama il marito ma fra i due c’è un patto inviolabile: quando giungerà il momento, Jun partirà e non tornerà mai più. Non è accanto al Signor Rail che finirà i suoi giorni.
«… Addio mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov’era l’infinito. Tutto quel che c’era io l’ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. E’ una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro e sarà il mio segreto più bello…».
A Quinnipak vive Pekish, che sogna di intrappolare la voce all’interno di un tubo di stagno per poi poterla riascoltare; vuole catturare la voce dell’infinito…
A Quinnipak vive l’architetto Horeau, che progetta città trasparenti…
A Quinnipak viveva Pehnt, che da ragazzo aiutava Pekish a catturare la voce, rimanendo per ore sdraiato a terra con l’orecchio accostato ad un tubo. Pehnt ha lasciato Quinnipak ed è entrato nel mondo reale: ha un lavoro, magari noioso, ma di tutto rispetto e che sostiene la sua famiglia; ha sposato una donna bella ed intelligente ed hanno un figlio che spera segua le sue orme. Pehnt è fuggito in cerca di normalità, di una vita dai contorni precisi e senza troppi voli di fantasia. Una vita al riparo, di cui non si vergogna.
«… c’è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità…».
A Quinnipak vorremmo vivere anche noi, per abbandonare, anche solo per poco, i problemi pratici e ripetitivi della nostra quotidianità, e guardare l’infinito…
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"Accadono cose che sono come domande.Passa un minuto oppure anni e poi la vita risponde".Niente di più vero,basta saper cogliere le "risposte"........meravigliosa lettura che ha placato la mia rabbia......
Castelli di rabbia si avvia con la tranquillità di un tipico paesino di provincia, ma prosegue poi senza freni come la locomotiva che tanto sta a cuore al sig. Rail. In uno squarcio dell’Europa dell’Ottocento si sviluppano non una, ma infinite storie, di vita ordinaria e straordinaria, di protagonisti verosimili e inverosimili, con episodi che in fondo potrebbero accadere a ognuno di noi. Tutti i personaggi sono descritti minuziosamente con le loro virtù e le loro debolezze e i capitoli si susseguono narrando vicende che sembrano slegate tra loro, ma che in realtà sono unite a doppio filo. Il sig. Rail corona il suo sogno di avere una locomotiva da lanciare a tutta velocità, ma limitata dai 200 mt di binario a sua disposizione, procedono i lavori per l’allungamento ma alla fine ci si dovrà scontrare con la realtà e con l’importanza del vile denaro. Non troppo marginalmente viene raccontata la storia di Hector Horeau, architetto geniale e perduto, che insegue la sua chimera del Crystal Palace, un futuristico palazzo di vetro. Poi seguono altre schegge di vita (e di morte) rigurdanti figli, musicisti e Jun, bellissima donna con sentimenti segreti e frustrati, ma che fino in fondo accetta il suo destino di sig.ra Rail.
Con Castelli di rabbia (Rizzoli Editore - 1991) Alessandro Baricco firma il suo esordio e lascia un’impronta unica del suo stile, rapido ma intenso, particolareggiato ma mai noioso. A questo romanzo ne seguono altri che consolidano la sua fama e lo rendono uno degli autori più amati in Italia. Castelli di rabbia è l’opera degli estremi, se da un lato è capace di far sognare, dall’altro riporta amaramente il lettore con i piedi per terra, in un’altalena di emozioni e sentimenti contrastanti. Ma niente rimane non detto, perchè come sostiene l’autore, a ognuno accadono cose che sono come domande, passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.