Chiacchiere da bar di Francesco Massaro

Il titolo del libro trae spunto da una rubrica dove Francesco Massaro periodicamente racconta storie ed esperienze legate alla cronaca e all’attualità. Divertenti aneddoti, scene di vita vissuta da un punto di osservazione privilegiato, esclusivo e particolare, sono quelli raccolti adesso dall’autore in questo suo ultimo gustoso libro. Già valente giornalista di cronaca giudiziaria, da qualche tempo dedito alla gestione dell’esercizio commerciale di famiglia, non ha perso il vizio di scrivere e dà efficace prova delle sue doti in “Chiacchere da bar”.

Un libro piacevole e dalla lettura scorrevole composto di racconti tra il serio e il faceto con stile a volte anche provocatorio. L’autore nell’esplicare quotidianamente l’attività di gestione del suo bar, ha di continuo contatti con varia umanità, persone diverse con cui vengono ad intrattenersi rapporti. Il libro di Francesco Massaro è un racconto anche della città in senso lato, dove emerge la figura del palermitano medio con i suoi pregi ed i suoi difetti e con costumi a volte desueti come donne che ancora oggi per pagare, escono i soldi dal reggiseno.
La vita cittadina passa attraverso il bar, con gente che lo frequenta sin dal primo mattino o che ozia davanti al marciapiede, senza avere nulla da fare. Un bar che vive attraverso le persone e che vede scorrere la città in tutte le sue diverse sfaccettature, da quelle più divertenti e spiritose a quelle dal retrogusto più amaro di chi chiede di servirsi della toilette per farsi una dose. Senza sconfinare in analisi sociologiche è anche un libro che descrive la città ed i suoi abitanti, nei suoi vizi e nelle sue manifestazioni, anche meno lievi.

Una raccolta di osservazioni, piccoli squarci di vissuti a volte brevi, altre volte più ponderati e ragionati. Un libro che pertanto fa anche riflettere su certi aspetti e che offre al lettore preziosi spunti in cui vi è come tratteggiata una sorte di commedia palermitana, con una narrazione che coinvolge figure diverse. Con il cinismo e il distacco di cui l’autore è capace, il bar diviene espressione anche di solitudini di personaggi, ognuno con i propri vizi privati e pubbliche virtù.
Si instaura a volte un arguto dialogo con i clienti, che non risultano mai denigrati, ma immagine e fotografia di gente osservata sempre con benevolenza. Vi è un’abilità scenica nella descrizione e nella rappresentazione di quadretti di vita disegnati sempre con stile ed eleganza e che non lanciano particolari messaggi, lasciando al lettore ampia facoltà di esprimere un personale giudizio. È però l’autore, acerrimo nemico della volgarità ed è forse questa la sua più significante annotazione.